Caltagirone e Vittoria fanno fronte comune contro le trivellazioni


È un secco no quello che esprimono a gran voce i comuni e le associazioni ambientaliste di Caltagirone e Vittoria alle trivellazioni in un’ampia area compresa fra i territori di 8 centri (Caltagirone, Mazzarrone, Vittoria, Ragusa, Santa Croce Camerina, Comiso, Acate e Chiaramonte Gulfi) delle province di Catania e Ragusa.

I due comuni e le associazioni Legambiente, Il Ramarro e Fondo Siciliano per la Natura per Caltagirone, ma anche Legambiente Vittoria e Ragusa, hanno presentato opposizione all’istanza con cui la società EniMed – Eni Mediterranea Idrocarburi Spa  – ha chiesto alla Regione siciliana l’ok ad eseguire ricerche di idrocarburi liquidi e gassosi in un’area di 38mila ettari.

 

Hanno poi diffidato la Regione stessa al rilascio del giudizio di compatibilità ambientale positivo. La diffida è stata firmata dai sindaci Francesco Pignataro e Giuseppe Nicosia e dai presidenti di Legambiente Caltagirone Sebastiano Russo, Il Ramarro Caltagirone Renato Carella, Fondo siciliano per la Natura – Caltagirone Rosario Mascara, Legambiente Vittoria Marco Marangio e Legambiente Ragusa Antonino Duchi.

L’area del territorio di Caltagirone a rischio trivellazioni si trova nelle contrade Piano Chiazzina, Ventisalme e Sciri Sottano, vale a dire zone A e B della Riserva del bosco di Santo Pietro.

“Si tratta – argomenta Pignataro – di un’area con caratteristiche che la rendono assolutamente incompatibile con la ricerca e la coltivazione di idrocarburi in quanto quest’ultima è un’attività industriale pericolosa per l’ambiente, il paesaggio, la salute dei cittadini, la vocazione turistica, agricola e viticola, l’integrità paesaggistica e culturale di questo territorio”.

 

Nell’opposizione del Comune di Caltagirone si evidenzia che “Caltagirone è riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’umanità e, insieme agli altri centri del Val di Noto, ha dato vita al Distretto culturale del Sud-Est Sicilia, che ha messo in rete città e territori che hanno già detto e continuano ad opporsi al progetto Tellaro della Panther Oil (e similari) e che puntano allo sviluppo e alla promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili (in primis il fotovoltaico).   “Inoltre – prosegue il documento – le trivellazioni perforerebbero zone tutelate dalla rete ecologica europea Natura 2000 che ricadano nell’ambito del Sito di interesse comunitario (Sic) Bosco di Santo Pietro”.

 

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