Nasce il codice etico di Confartigianato


Il principio ispiratore è l’etica, la legalità: gli artigiani e le piccole e medie imprese aderenti a Confartigianato imprese Sicilia, “sono tenute ad applicare le leggi ed i contratti di lavoro, a favorire la crescita professionale dei propri collaboratori salvaguardandone la sicurezza sul posto di lavoro, a mantenere rapporti ispirati a correttezza ed integrità con la Pubblica amministrazione, con i partiti politici e con tutte le istituzioni”. Sono alcune delle norme previste dal nuovo Codice etico, approvato all’unanimità dalla Giunta regionale di Confartigianato Imprese Sicilia.

 

 

Il testo composto da quattro principali articoli, impegna le imprese associate, i dirigenti ed i funzionari del sistema Confartigianato al rispetto di alcune imprescindibili norme comportamentali: segnalare tempestivamente agli organi competenti anomalie, abusi e pressioni di ogni genere da parte di organizzazioni illegali e mafiose; supportare chi denuncia fenomeni di illegalità messi in atto da rappresentanti della Pubblica amministrazione; sospendere gli imprenditori associati che pagano il pizzo senza denunciarlo ed espellere dall’associazione coloro che seguitano ad assecondare richieste estorsive o siano collusi con organizzazioni criminali; diffondere la cultura della legalità attraverso la promozione di iniziative sul territorio. Ma la vera novità del codice, che segue quello di Confindustria, sta, dicono i promotori, “nel voler fornire un esempio per la pubblica amministrazione e per la classe politica regionale, quali interlocutori delle imprese e dei cittadini, affinché si dotino di un codice comportamentale”. “Se per le nostre imprese il codice significa mantenere rapporti di correttezza ed integrità con la pubblica amministrazione e le istituzioni – spiega Filippo Ribisi presidente Confartigianato – bisogna anche che la pubblica amministrazione si doti di un codice etico che allontani coloro che lavorano solo se hanno un tornaconto personale. Ma per fare questo, bisogna essere credibili, anche dando l’esempio. Oggi se un’impresa sana non paga entro la scadenza i propri contributi, per una momentanea mancanza di risorse dovuta anche ai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, per quale ragione lo Stato, attraverso il suo sistema burocratico, si può permettere di non rilasciare il Durc mettendo a repentaglio la vita dell’impresa ed il livello occupazionale?”. “Sosteniamo – commenta il Presidente nazionale di Confartigianato Imprese Giorgio Guerrini – l’impegno di Confartigianato Imprese Sicilia. Proprio da questa regione, dove sono più acuti i problemi connessi alla legalità, abbiamo voluto aprire la strada per iniziative analoghe in altre realtà del sistema Confartigianato. L’illegalità non è un male inguaribile. La speranza di sconfiggerla è affidata a tutti noi e l’associazionismo ha la grande responsabilità di cambiare le cose, di rimuovere gli ostacoli che, soprattutto nel Mezzogiorno, scoraggiano le aspirazioni imprenditoriali e impediscono che si crei un ambiente economico sano e vitale”.

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