Nino Milazzo si dimette, lascia il Teatro Stabile


Nino Milazzo
Nino Milazzo

Il presidente del teatro Stabile di Catania, Nino Milazzo, ha presentato le proprie dimissioni irrevocabili dall’incarico di presidente del Teatro Stabile di Catania, con due anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato, ricevuto nel 2013 e valido fino al 2017. Già al momento della nomina, Nino Milazzo aveva dichiarato che avrebbe tenuto l’incarico soltanto per un biennio, limite prolungato di qualche mese per portare a termine adempimenti amministrativi importanti e necessari per il funzionamento dell’ente, in un momento di grave crisi e difficoltà. Prestigiosa firma del giornalismo italiano, a lungo vicedirettore del “Corriere della Sera, Nino Milazzo rinuncia anche all’incarico di membro del Consiglio di Amministrazione.
Per formalizzare la propria decisione di rimettere l’incarico, il presidente dimissionario si è recato ieri, venerdì 23 ottobre 2015, alla convocazione dell’Assemblea dei Soci del Teatro Stabile di Catania, che non si è tuttavia svolta per mancanza del numero legale. Milazzo ha comunque inviato ai Soci e ai membri del Cda la lettera di dimissioni e il bilancio di quella che definisce “un’esperienza difficile”. Entrambi i testi sono nel file allegato.

Nella foto il direttore del Teatro Stabile di Catania, Giuseppe Dipasquale, e il presidente Nino Milazzo
Nella foto il direttore del Teatro Stabile di Catania, Giuseppe Dipasquale, e il presidente Nino Milazzo

“Le mie dimissioni – scrive Nino Milazzo – sono irrevocabili e motivate da ragioni personali, non ultime quelle derivanti dalla mia avanzata età. Per quanto mi concerne assumeranno formalmente efficacia dal giorno in cui il Comune, in quanto Socio che mi ha designato, provvederà alla nomina del mio successore. Il mio auspicio è che ciò avvenga nel più breve tempo possibile. Nelle more, in forza delle pressanti ragioni che mi spingono a questa decisione, delego le mie funzioni e le mie responsabilità al Vice Presidente Jacopo Torrisi”.
Nino Milazzo aggiunge: “Nel giorno del commiato, ritengo di poter affermare che è stata un’esperienza stimolante e assai impegnativa, alla quale ho dedicato le mie energie, al prezzo di molti sacrifici e altrettante tensioni: sacrifici e tensioni causati principalmente dalla complessità di una situazione che è sicuramente fra le più tempestose e travagliate nella storia del nostro glorioso Teatro”. E prosegue: “A questo proposito, devo rilevare la perniciosa tendenza alla riduzione dei contributi regionali registratasi negli ultimi anni, con una particolare sottolineatura per il taglio effettuato al culmine della stagione 2011-12, che è la causa scatenante dello stato debitorio del Teatro. A tale deleterio fenomeno, si aggiungono gli endemici ritardi con cui si procede all’erogazione dei finanziamenti e che condannano i dipendenti ad attendere diversi mesi prima di ricevere le legittime retribuzioni, ovvero – come più spesso accade – prima di avere solo un acconto delle spettanze loro dovute. Situazione – come è facilmente comprensibile – intollerabile, soprattutto quando diventa sistematica”.
E conclude: “Nel mio saluto, desidero includere l’appello affinché le componenti più attive delle Istituzioni e della Cittadinanza catanese, e non solo catanese, siano vigili e determinate nel dispiegare il sostegno di cui il Teatro ha più che mai bisogno. In particolare, il mio auspicio è che gli Enti Soci gli siano sempre più concretamente vicini”.

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