Paradosso a Taormina: Taobuk SI, libreria NO


libreria

L’ennesima voce, l’ennesimo appello, l’ennesimo grido per confutare l’inconfutabile e demonizzare la più singolare delle bizzarrie in tema di cultura tutta siciliana. Taobuk SI libreria NO. Così dal prossimo ottobre la storica libreria Bucolo-Mondadori, sita al n° 3 della piazzetta Leone, chiuderà i battenti per lo scadere di un contratto di affitto divenuto ormai troppo oneroso. Così Taormina, ridente cittadina a vocazione turistica in quel tratto di paradiso che fu meta del grande Goethe e dopo di lui, nevvero, di grandi altri viaggiatori e di cultura cultori, sarà sede di un festival del libro, senza una casa del libro. E’ possibile? Sembra di sì. Ne abbiamo parlato con Santina Bucolo, proprietaria della libreria e con la figlia, Antonella Ferrara, Presidente, nonché ideatrice nel 2011, dell’ormai noto festival internazionale.

Signora Bucolo, ci fornisce qualche cenno sulla storia della libreria?

«Ho aperto questa libreria a Taormina nel 1994, anche su richiesta dell’allora Sindaco Bolognari, conscio del fatto che Taormina non ne possedesse una da ben 12 anni. Era una libreria privata che è rimasta tale fino a due anni fa, quando per far quadrare i bilanci mi sono associata al marchio Mondadori».

A questo proposito qualcuno vi ha tacciato di omologazione, dunque di perdita di quella identità che vi caratterizzava come libreria storica, lei che risponde?

«Omologazione? Assolutamente no, la mia è una libreria completamente diversa da tutte le altre, sono forse l’unica in Italia ad aver mantenuto una scaffalatura in legno con un settore Sicilia privato che non ha nulla a che vedere con Mondadori. Dunque ho mantenuto in qualche modo una mia identità, ma il marchio Mondadori mi permette di fare una scontistica che da privato non potrei fare.»

Non è assurdo che proprio Taormina, sede del festival internazionale del libro, resti senza una casa del libro?

«Certo che sì, le dico che noi abbiamo potuto fare il Taobuk con autori di un certo spicco, parlo anche di nobel, grazie all’esistenza della libreria perché gli editori neanche ti considerano se non hanno certezze di qualità e noi abbiamo un’esperienza che ci ha permesso di costruire una rete negli uffici stampa che non si costruisce dall’oggi al domani.»

Cosa perderebbe, dunque, Taormina se la libreria chiudesse?

«Taormina perderebbe qualità culturale. Una volta c’erano antiquari, gioiellieri, gallerie d’arte, oggi è solo una lunga sequenza di negozi di firme alla moda, pizzerie e gelaterie, dunque la libreria ha il compito di sollevare l’offerta culturale.»

So che voi avete già fatto appello alle istituzioni, cosa avete chiesto?

«Mi preme sottolineare che non abbiamo mai chiesto locali a titolo gratuito, semmai un equo canone, diciamo un affitto sostenibile, e se i locali fossero migliori di quelli attuali, dove la visibilità è ridotta dall’apertura della tenda del ristorante sottostante, saremmo disposti a pagare anche un canone superiore, forti del fatto che una maggiore visibilità porterebbe un maggiore introito».

(Nel frattempo raggiuntaci la figlia, Antonella Ferrara, abbiamo rivolto a lei le successive domande.)

Presidente chi ha risposto al vostro appello?

«Purtroppo ad oggi solo porte chiuse».

Perché?

«Nessuna istituzione vorrebbe far chiudere la libreria, questo è chiaro, fosse solo per una questione politica dato che la stampa ha scatenato un putiferio in merito, ma nessuno è pronto a metterci la faccia, così la risposta ufficiale è che se aiutano un privato dovrebbero aiutarli tutti, disconoscendo che l’attuale Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo e il Centro per il libro e la lettura, hanno dato indicazioni ad enti pubblici di concedere l’equo canone per la salvaguardia delle librerie storiche cittadine, considerando il fatto che le librerie non sono delle attività commerciali come le altre, ma delle officine culturali con una precisa funzione sociale».

Ci sono altri casi di questo genere?

«In Sicilia la libreria Bixiosessantaquattro di Vittoria, e non è l’unica, ha usufruito dei locali comunali addirittura a titolo gratuito, a Milano le librerie Bocca e Rizzoli usufruiscono dei locali della galleria Vittorio Emanuele e la Mondadori di quelli di piazza Duomo, con un canone ridotto. Sulla scorta di ciò l’amministratore delegato della catena Mondadori retail è sceso a Taormina per parlare col Sindaco presentando, insieme a noi, tutta la normativa del caso, suggerendo i passaggi da seguire, abbiamo addirittura individuato tre locali, chiusi da tempo immemore, da far mettere a bando».

Dunque che fare?

«E’ una situazione assolutamente disarmante, non c’è nulla da fare, è un muro di gomma».

Renzi ha dichiarato “Noi siamo una superpotenza educativa e culturale e su questi temi giocheremo il G7 a Taormina.”

«Due o tre mesi fa abbiamo provato anche su questo fronte, ma ad oggi nessuna risposta e nel frattempo la libreria chiude.»

Quale eco ha avuto la vostra vicenda?

«Tutti hanno parlato e scritto in merito, dalla stampa nazionale a tutta la regionale, singoli scrittori e giornali cartacei ed online. C’è una petizione in atto e ad oggi sono state raccolte quattromila firme. Anche il ministro Franceschini era presente all’inaugurazione del Taobuk 2016, non abbiamo voluto parlargli perché non ci è sembrato il contesto adatto, ma lui sa di noi, conosce i fatti e ci auguriamo che questo nuovo appello possa essere finalmente ascoltato».

FIRMA LA PETIZIONE   https://www.change.org/p/salva-la-libreria-di-taormina-salva-la-cultura?recruiter=257518071&utm_source=share_for_starters&utm_medium=copyLink

 

 

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