Povertà minorile in aumento in Sicilia


Povertà minorile in Sicilia: cifre in aumento
Povertà minorile in Sicilia: cifre in aumento

Primato negativo per la Sicilia: è la regione con la più alta percentuale di dispersione scolastica pari al 25,8%. Il sud in particolare, inoltre, non brilla di certo se si parla di povertà minorile: nel 2011 in Italia erano 670 mila, nel 2013 si arriva a un milione e quattrocento mila, di cui una buona parte si trova nel Mezzogiorno. Sono i dati che emergono durante il Tavolo Regionale della rete Crescere al Sud della Sicilia orientale organizzato nei locali del Polo educativo Librino Villa Fazio, Catania. E la situazione non sembra voler migliorare.
I dati sulla Sicilia all’interno dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) “Gli orizzonti del possibile – Bambini e ragazzi alla ricerca dello spazio perduto”, sono raccapriccianti. Si parla di 229 mila minori in povertà assoluta su 907 mila. Vuol dire che il 16,7% della popolazione siciliana è costituita da minori, un dato superiore a qualunque altra regione italiana. Una percentuale così alta è però dovuta anche all’arrivo di minori da altri territori. Nel 2014, sono 26 mila i minori arrivati in Sicilia, di cui la metà non accompagnati.
Si ha sempre maggiore difficoltà a comprare vestiti, libri di scuola e cibi salutari. La spesa alimentare delle famiglie si è ridotta negli ultimi anni sia in termini di qualità che quantità.

Le cifre della povertà minorile

Povertà minorile
Povertà minorile

In Sicilia l’80% delle famiglie non può permettersi una settimana di vacanza all’anno. Anche i dati sull’apprendimento scolastico non sono dei migliori: un ragazzo su tre, di 16/17 anni, non usa internet; siamo l’ultima regione in classifica per l’apprendimento a scuola delle competenze matematiche. Anche i consumi culturali sono al di sotto della media rispetto alle altre regioni: due ragazzi su tre, di 16/17 anni, non hanno letto un libro in un anno, esclusi quelli scolastici; quattro ragazzi su cinque non hanno mai visitato un sito archeologico o un monumento. Solo il 5,6% dei bambini fino ai tre anni ha usufruito di un asilo nido con sovvenzioni pubbliche, siamo molto sotto lo standard imposto dall’Europa, 33%. Sono 1.500 le famiglie sottoposte a ingiunzione di sfratto durante l’ultimo anno, un dato molto superiore alla media italiana.
“C’è un fortissimo bisogno di un soggetto terzo collettivo che rappresenti i bisogni e trovi dei percorsi per la soddisfazione di questi bisogni”, afferma Matteo Rebesani, coordinatore della rete Crescere al Sud. Che aggiunge: “Il nostro obiettivo è diventare un interlocutore credibile verso le istituzioni sociali. Bisogna radicarsi sul territorio, come sta avvenendo a Villa Fazio, per capirlo e trovare delle soluzioni da proporre alle amministrazioni locali. Spesso queste non hanno delle strategie ben precise, non hanno un interlocutore a cui fare riferimento”. “Il nostro obiettivo”, afferma Dino Barbarossa, project manager del polo educativo Villa Fazio, “è stimolare i giovani ad avere un futuro”.
Come sostiene Claudio Saita, coordinatore della rete delle Associazioni del Comune di Catania, bisogna rafforzare il senso di appartenenza al Comune, è importante che la gente si senta protagonista del proprio territorio e l’unico modo per riuscire in questo intento è responsabilizzarli.

Villa Fazio – L’aiuto concreto ai minori

Nella foto Villa Fazio a Librino (Catania)
Nella foto Villa Fazio a Librino (Catania)

Villa Fazio si trova nel quartiere di Librino. Era una vecchia masseria, di proprietà del Comune di Catania, che per ben quindici anni, abbandonata e distrutta, era stata luogo di spaccio di sostanze stupefacenti e prostituzione. Quel luogo, dove la microcriminalità si riuniva, è oggi diventato, grazie all’aiuto del Comune, dei volontari e dei fondi Europei, un importante Polo Educativo che accoglie già dai primi di novembre 2014 numerosi giovani, intrattenendoli con attività ricreative, sportive e formative. Ma Villa Fazio è aperta a tutti, ai giovani e alle famiglie. Ad occuparsene è l’associazione di volontariato Amici di Villa Fazio nata ad hoc per questo progetto, che già da fine maggio 2014 ha iniziato ad occuparsi del territorio di Librino tramite iniziative di animazione appoggiandosi alle parrocchie del quartiere. Questo progetto fa parte di un disegno più grande che si chiama Crescere al Sud, un’alleanza tra operatori sociali, piccole e grandi organizzazioni che lavoravano su temi molto simili tra loro ma separatamente perché spesso all’oscuro dell’esistenza di altre organizzazioni che hanno gli stessi fini. L’obiettivo della rete Crescere al Sud, promossa da Save The Children nel 2011 a Napoli, così come quello di Villa Fazio, è di tutelare i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel Mezzogiorno.

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1 Commento

  1. Liliana
    12 febbraio 2015
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    Librino riassume una realtà siciliana che spesso si tende a trascurare e ignorare!!!! Ottimo articolo.

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