Save the children: il 19% dei bambini poveri sono siciliani


Non sono confortanti i dati che emergono da uno studio sull’infanzia effettuato e reso pubblico da Save the children secondo cui il 19% dei bambini poveri sono in Sicilia: si parla di 175 mila che risulta essere il dato più alto in Italia. Il primato negativo spetta a Palermo. Ma anche Catania registra una situazione poco rosea. Il report in questione è  «L’Italia SottoSopra», si tratta del quarto Atlante dell’infanzia (a rischio) in Italia di Save the Children, diffuso ieri alla presenza, tra gli altri, del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini, dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Vincenzo Spadafora, del dirigente nel servizio Studi di struttura economica e finanziaria della Banca d’Italia Paolo Sestito, del direttore dipartimento statistiche sociali ed ambientali Istat Linda Laura Sabbadini.

Secondo quanto spiega l’assessore comunale ai servizi sociali, Fiorentino Troiano, nell’ultimo anno la percentuale di persone che si rivolgono alle mense dei poveri e alle strutture per gli indigenti sono aumentate del 30%. “Parliamo ovviamente di adulti – spiega Troiano – ma è facile ipotizzare che ne siano coinvolti anche i bambini. I nuovi poveri sono inusuali, provenienti dalla piccola e media borghesia, uomini e donne trovatisi senza lavoro e costretti a chiedere aiuto per avere un pasto caldo o un letto dove dormire”.

Secondo i dati di Save the children “i minori che vivono in povertà assoluta sono il 13,9% in tutte le regioni del Sud, +%3% nel 2012; in crescita i bambini e adolescenti in disagio abitativo: la provincia di Palermo in testa con 1 famiglia su 316 sfrattata per morosità; oltre 523.000 i minori che vivono in comuni in default o sull’orlo del fallimento”.

In Sicilia la condizione di svantaggio sempre più spesso va di pari passo con una contrazione dei servizi socio-educativi e socio-sanitari: per esempio è diminuita la percentuale di bambini presi in carico dagli asili pubblici (-0,2%), per un totale del 5,3%, e una contrazione riguarda anche il numero di consultori, ridottisi di 8 unità.
Il 24% di ragazzini di 8/9 anni è in sovrappeso e il 13,4% in condizioni di obesità: il cibo buono costa e il 71% delle famiglie con minori ha tagliato la quantità/qualità per almeno un bene alimentare, 163 euro al mese il taglio dei consumi non alimentari.
Inoltre, tra il 2017 e il 2012 in Sicilia la spesa media mensile non alimentare dei nuclei con bambini si è ridotta di 163 euro al mese. A livello nazionale, in generale, i tagli più consistenti si registrano al Sud e al Centro (rispettivamente – 2,56 e 1,82) per quanto riguarda il vestiario, al Nord per la sanità (-0,66%) e nuovamente nel Mezzogiorno per il tempo libero e la cultura (-0,90 punti percentuali). Per quanto riguarda la spesa alimentare, nel 2012 il 71% di famiglie con figli in Sicilia ha ridotto la qualità/quantità della spesa per almeno un genere alimentare.
Alla regione va anche la maglia nera di dispersione scolastica. È del 25% la quota di minori che abbandonano prematuramente la scuola, la percentuale più alta dello stivale insieme a quella della Sardegna.

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