“La riconquista della Stella Michelin, questa volta con il ristorante che porta il mio nome e a soli due anni dal giorno dell’apertura, è un enorme incoraggiamento che alimenta sempre di più il desiderio di portare avanti un progetto senza alcun genere di compromesso”. Accursio Craparo accoglie così l’ufficializzazione del riconoscimento da parte della Michelin che oggi, in occasione della presentazione della nuova Guida a Parma, gli ha assegnato una Stella: una riconferma, poco dopo la fine dell’esperienza a La Gazza Ladra, dove l’aveva mantenuta per quattro anni, ma anche un traguardo per la giovanissima esperienza di Accursio Ristorante, fondato a Modica nel 2014 per proseguire il suo personalissimo percorso di ricerca.
“Quando lo abbiamo creato – conferma Accursio Craparo – abbiamo pensato ad Accursio Ristorante come ad un luogo in cui ogni giorno viene raccolto e custodito un patrimonio di memorie e dove si sperimenta l’emozione con cui la cucina può spingere verso il futuro il racconto di un territorio”.
Nato a Sciacca ma ormai adottato da Modica – “Mi chiamano il cuoco delle due Sicilie, perché le suggestioni dell’infanzia e le ispirazioni dell’esperienza mi hanno portato a viaggiare tra quella dell’ovest e quella dell’est”, spiega lui – Accursio ha dato vita al suo Ristorante nel cuore del centro storico, recuperando con una complessa opera di restauro i bassi di un antico palazzo nobiliare ai piedi della scalinata del Duomo di San Pietro.
In questo spazio, ha trovato la dimensione giusta per portare avanti un progetto fortemente identitario, in cui la cifra inconfondibile della sua cucina va esprimendosi con determinazione e concentrazione: “È un percorso in continua evoluzione – spiega Accursio –, animato dall’incessante esplorazione di tutte le possibilità che il territorio mi mette a disposizione, per poter scegliere quelle più autentiche e offrirle ai miei ospiti con una filosofia tutta mia. C’è, innanzitutto, l’essenza della materia, che ogni ingrediente rivela: non è un caso se in questi anni ho scelto di lavorare intensamente con gli artigiani del luogo, con i contadini, studiando le modalità di recupero di materie prime antiche e preziose, che spesso rischiano di scomparire, grazie anche alla consulenza di agronomi e ricercatori. E poi c’è il linguaggio, che vuole essere contemporaneo e comprensibile a livello internazionale, ma che non transige sull’esigenza di restare autentico, radicato nel luogo in cui nasce, coerente con gli elementi che lo definiscono”.
Così scrive la guida Michelin2017: “Cucina originale, creativa e policroma in un ristorante che suggerisce l’identità di una casa privata nelle sue salette interne mentre l’ampio dehor affacciato su corso Umberto si apre alla vivacità della città”.
“Il riconoscimento che oggi ci arriva da parte della Michelin, frutto esclusivamente del lavoro che quotidianamente cerchiamo di svolgere, insieme a tutta la squadra, con il maggior scrupolo e la più grande generosità – conclude Accursio Craparo – non fa che riconfermarci nel nostro percorso, dandoci una grande esortazione a fare, sin da subito, ancora di più e ancora meglio”.
Accursio Craparo, la cucina
Dai profumi dei pomeriggi campestri alle scoperte salmastre nelle profondità mare, porto sempre a tavola un distillato della mia Isola, scavando l’essenza della cucina tradizionale siciliana alla continua ricerca di un’identità ancora capace di sorprese.
Ci ho messo molti anni prima di imparare a fare una zuppa di pomodoro come quella che portava in tavola mia madre, tanti di più – e ore di chiacchiere coi pescatori, sulla riva – prima di capire come esprimere i prodotti del mare: ora mi sforzo di guardare la Sicilia dall’alto e di restituirne un ritratto inedito, ma fedele, che accoglie le contraddizioni e si lascia influenzare dalle contaminazioni.
Persino una terra così complessa, energica, a tratti violenta anche nelle manifestazioni della natura, può essere raccontata in cucina in modo sottile, trasparente: per me un piatto può dirsi pronto soltanto quando sento di aver raggiunto il massimo della delicatezza e dell’eleganza.
Scrivi un Commento