Bambini sicuri: il parere degli esperti


Giornata sul tema Bambini sicuri
da sinistra Sergio Mangiameli, Alberto Fischer, Marcello La Bella, Marisa Mazzaglia, Gaetano Perricome, Maria Libranti, Ernesto Pulvirenti e Maria Catena Trovato

Sicurezza del bambino. Se n’è discusso in occasione della giornata di confronto dedicata dalla Società italiana di Pediatria sul tema «Bambini Sicuri» organizzata dalla Sezione siciliana della Sip a Nicolosi nella sede del Parco dell’Etna. E se si parla di sicurezza ci si riferisce ai più svariati settori: la sicurezza in presenza id animali, nel mondo del web, a scuola, in famiglia.
Vi riportiamo di seguito il parere degli esperti sull’argomento che in occasione del confronto sono stati moderati dal capo ufficio stampa del Parco dell’Etna, Gaetano Perricone.

 

Cyberbullismo, dipendenza da internet, pornografia minorile, sexting, grooming

Marcello La Bella, Vice Questore aggiunto della Polizia di Stato e dirigente del Compartimento Polizia postale e delle Comunicazioni Sicilia Orientale

La prima cosa che diciamo quando andiamo nelle scuole è che dietro ad un profilo social o di una chat può nascondersi anche un orco, che mente sulla propria età e che fa di tutto per adescare. I social network sono i più usati dagli adolescenti. È giusto quindi che sappiano bene come “funziona” il mondo del web. Scuola, servizi sociali, genitori dovrebbero e possono monitorare l’attività dei ragazzi. Quali sono i rischi per i minori? Certamente quelli legati alla pornografia minorile on-line e poi si va dal grooming al sexting, senza tralasciare i nuovi fenomeni di cyberbullismo e le dipendenze da internet degli adolescenti.

bambini sicuri sul web

 

 

Sicurezza a scuola

Maria Catena Trovato, dirigente I.C. Statale “E. Patti” e assessore alla Cultura del Comune di Trecastagni
La sicurezza non è un tema possibile da affrontare in modo settoriale e anche quando ciò viene fatto per comodità o per semplificazione, occorre comunque che si riconduca il tutto ad unità. Ciò è soprattutto quando di sicurezza si parla a scuola.
Può la sicurezza a scuola ridursi al solo apprendimento delle pratiche che si ripetono in modo meccanico – agendo schemi mentali e abitudini acquisite – all’accadere di un evento o è necessario che accanto a questa pratica meccanica ci sia qualcosa di più? A mio avviso è preferibile la seconda ipotesi: la sicurezza nella scuola deve diventare oggetto di apprendimento e motivo di cambiamento. La sicurezza a scuola deve essere come la “pasta madre”, un lievito naturale che fa fermentare la conoscenza e la trasforma in comportamenti messi in atto in modo consapevole, da adottare in tutte le situazioni. In altre parole “habitus” mentale.

 

Sicurezza in casa

Maria Libranti, pediatra di famiglia
Secondo le stime dell’Istat nel 2012 si sono infortunate 2,8 milioni di persone per un totale di 3,3 milioni di incidenti domestici. Il rischio maggiore lo corrono i bambini, seguiti dagli anziani e dalle donne.
Nei Paesi Occidentali, gli incidenti rappresentano la prima causa di morte in età pediatrica e il 20% dei ricoveri in questa fascia d’età. Cadute, traumi, avvelenamenti e ustioni rappresentano gli incidenti più frequenti. La cucina, il bagno, ma anche stanze come il soggiorno, possono nascondere insidie delle quali spesso non si è consapevoli. Bisogna essere preparati a come comportarsi in caso di emergenza. Ecco perché occasioni come questa, e come gli incontri che realizziamo nelle scuole, sono così importanti.

Sicurezza del bambino

Alberto Fischer, Presidente Sip sezione Sicilia
Quando si parla di sicurezza del bambino è necessario tenere conto dell’ambiente in cui i nostri ragazzi si muovono. Perché il bambino abbia le giuste basi di sicurezza psico-fisica, è necessario stabilire con l’ambiente che ci circonda un giusto equilibrio, per poterlo rispettare in ognuna delle sue sfaccettature». A dirlo, in apertura dei lavori della proprio il presidente della, che ha proseguito: «Del resto la vita dell’uomo è indissolubilmente legata all’ambiente in cui vive, soprattutto in un ambiente come quello etneo».
Alla sua voce si è unita quella di Sergio Mangiameli, presidente dell’associazione di educazione ambientale “Piuma Bianca” che ha lanciato a tutti i relatori un invito: «Una volta dissi che mi sarebbe piaciuto avere un Parco a misura di bambino, per potermi interfacciare con delle cariche baby, cosa che accade già con alcune istituzioni. Vorrei che il prossimo anno sentissimo proprio le ragioni dei bambini e poi “ricreare” le cose da loro chieste, per mostrare loro il rispetto di averli ascoltati».

Marisa Mazzaglia, presidente del Parco dell’Etna

Mi chiedo se per queste generazioni non si stia peccando di eccesso di sicurezza nei confronti dell’ambiente. Oggi a tantissimi bambini viene negata l’esperienza outdoor, il contatto con la natura e con il territorio, che è essenziale per sviluppare la propria personalità, e imparare ad affrontare i fenomeni naturali nel giusto modo (e che un tempo era elemento fondamentale). Spiegare, per esempio, a un bambino come avviene un’eruzione, gli permette di evitare di avere paura e di godere dello spettacolo del nostro vulcano, in maniera equilibrata.

Sicurezza a scuola

Maria Catena Trovato, dirigente dell’I.C. Comprensivo “E. Patti” di Trecastagni
La sicurezza a scuola deve diventare oggetto di apprendimento e motivo di cambiamento. Deve essere “pasta madre”, lievito naturale che fa fermentare la conoscenza e la trasforma in “habitus” mentale. Il compito di trasmettere ai più piccoli i giusti concetti di sicurezza spetta agli adulti che per primi devono mettere in pratica questo cambiamento».

 

Sicurezza sulla strada

Ernesto Pulvirenti Comandante della Polizia municipale del Comune di Viagrande
Il vero nemico dei minori alla guida, oggi, è la tecnologia. I ragazzi utilizzano i cellulari, mandano sms, indossano le cuffie mentre sono alla guida – tutti elementi di grave distrazione – e possiedono mezzi (come le mini-auto) che permettono di andare fin troppo veloci. Le amministrazioni dovrebbero investire di più sulla sicurezza e sul corsi di educazione stradale.

Sicurezza con gli animali

Valeria Monfrini, veterinaria ed educatrice cinofila “affiancata” da Emma, un cane abituato a fare didattica nelle scuole
Il primo errore lo commettiamo noi adulti che dobbiamo essere dei buoni mediatori nel rapporto tra il cane e il bambino, perché questo venga vissuto nel modo più sano e sicuro possibile.

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