In Italia muoiono ancora circa 50 bambini l’anno, in media uno a settimana a causa dell’ ostruzione delle vie aeree. Secondo i dati ufficiali dell’Istat, il 27% delle morti classificate come “accidentali” nei bambini da 0 a 4 anni avviene per soffocamento dovuto all’ inalazione di cibo o di corpi estranei. È un quadro piuttosto allarmante, considerando che si tratta di tragedie che potrebbero essere facilmente evitate. Nella maggior parte dei casi, infatti, non è tanto l’oggetto in sé a provocare la morte o danni gravi al bambino, quanto il non saper fare la cosa giusta. C’è ancora troppa disinformazione riguardo ad alcune semplici manovre che, se apprese correttamente, possono fare la differenza e salvare una vita. Ma come intervenire in questi drammatici attimi? E come prevenirli quando si tratta di bambini? Per avere un quadro chiaro della situazione, la redazione di Sicilia&Donna si è rivolta a Maria Cristina Riso, volontaria istruttrice e responsabile dell’Ufficio Formazione del Comitato Croce Rossa di Catania. Con chiarezza e precisione, ha risposto alle nostre domande in merito alla delicata questione.
Ostruzione delle vie aeree, cosa fare
Intervista a Maria Cristina Riso (Comitato C.R.I di Catania)
Quali sono gli alimenti più pericolosi e gli oggetti ingoiati frequentemente dai bambini?
“Innanzitutto è fondamentale considerare che il bambino impara a conoscere il mondo portando gli oggetti alla bocca, quindi tende ad ingerire una grande varietà di cose: giocattoli, Lego, pile (ad esempio quelle per orologi) che sono abbastanza pericolose perché vanno ad ulcerare la zona dell’organismo in cui si fermano. Per quanto riguarda gli alimenti, ad essere causa di soffocamento sono principalmente quelli piccoli, rotondeggianti, appiccicosi e con struttura scivolosa come i pomodorini, le olive, le noccioline, l’uva e i lecca lecca. Per esempio, i würstel, che presentano una consistenza gommosa, rientrano tra quei cibi potenzialmente pericolosi non solo per i più piccoli, ma anche per gli adolescenti. Inoltre, molti di questi cibi possono rappresentare un rischio maggiore in base alla modalità di somministrazione e al modo in cui vengono cucinati. Il problema principale, nel caso dei più piccoli, risiede nel fatto che mentre mangiano corrono, giocano o sono distratti dalla televisione, quindi non sono concentrati sul cibo che stanno ingerendo e sulla corretta masticazione.”
Partiamo dalla disostruzione delle vie aeree del lattante. Quali sono le azioni da compiere immediatamente per salvargli la vita?
“Fino a quando il lattante – ciò vale anche per bambini e adulti – è in grado di tossire, di piangere e di comunicare è giusto incoraggiarlo a tossire dato che l’ ostruzione è ancora parziale. Se il bambino non riesce più a tossire, è cianotico in viso, ha gli occhi di fuori, si porta le mani alla gola, in questo caso l’ ostruzione è passata da parziale a completa. In tale fase di fame d’aria è fondamentale intervenire subito. Nel caso del lattante, bisogna iniziare assicurando con la mano il capo del lattante e fissando la mandibola tra pollice e indice posizionati a C. La testa del piccolo deve essere in posizione più declive possibile rispetto al tronco. Il lattante va messo in
posizione prona sul proprio braccio che funge da piano d’appoggio, incastrando una delle due gambine sotto la propria ascella per bloccarlo. Ci si può mettere in ginocchio o seduti, se viene meglio. Si inizia con cinque pacche interscapolari energiche con via di fuga laterale, indifferentemente a destra o a sinistra. Statisticamente alla quarta pacca, il corpo estraneo fuoriesce. Successivamente, bisogna ruotare il lattante sul braccio libero sostenendo e assicurando il capo dalla nuca e incastrando una gambina sotto l’ascella per controllare se le vie aeree sono libere. Se la disostruzione non è avvenuta, in questa posizione occorre effettuare cinque compressioni toraciche lente e profonde con due dita. L’obiettivo è quello di determinare un aumento della pressione intratoracica. È importante alternare le pacche alle compressioni ad oltranza fino alla disostruzione o sino all’arrivo dei soccorsi.”
Qual è la posizione corretta in culla per evitare il soffocamento? Ci sono varie scuole di pensiero al riguardo
“Studi scientifici dimostrano che il bambino va posizionato sempre a pancia in su, così da scongiurare il soffocamento. In tal modo, con il capo in posizione neutra il rigurgito fuoriesce o torna da dove è venuto. Se il piccolo viene messo a dormire su un fianco, le sue vie aeree cartilaginee e delicate si chiudono più facilmente e il piccolo rischia di ritrovarsi a faccia in giù e soffocare.”
Se invece si ha a che fare di un bambino che ha più di un anno, che tipo di manovra di disostruzione va effettuata?
“Da un anno in su si esegue una manovra molto simile a quella usata per la disostruzione dell’adulto. Per prima cosa, bisogna posizionarsi dietro al bambino, passare le braccia sotto le sue (in modo da trattenerlo se dovesse divenire incosciente) e afferrarlo dalla mandibola con la bocca aperta. Il bambino deve essere inclinato verso il basso in avanti, il nostro ginocchio può servirci per reggerlo. Si inizia con le cinque pacche interscapolari – spesso risolutive – con via di fuga laterale e, se la disostruzione non avviene, si prosegue con la manovra di Heimlich. Per effettuarla, occorre mettersi dietro al bimbo in posizione leggermente laterale rispetto a lui e va cercato il punto di compressione, ponendo il pollice sul processo xifoideo (l’ultima parte dello sterno) e l’indice sull’ombelico, andando a creare una sorta di C. Con la mano libera, si incarcera il pollice all’interno del pugno che va appoggiato al centro della C. Dopo aver afferrato il pugno con l’altra mano, si eseguono cinque compressioni a cucchiaio. Si tratta di una manovra in senso caudo-craniale, dal basso verso l’alto, e antero-posteriore. È fondamentale alternare le cinque pacche interscapolari a queste cinque manovre subdiaframmatiche. Anche in questo caso si continua ad oltranza fino alla disostruzione o all’arrivo dei soccorsi. Se il bambino dovesse diventare incosciente, si ricorre alle manovre di rianimazione che vanno effettuate su un piano rigido.”
Se la persona è in stato di incoscienza, bisogna proseguire con la rianimazione cardiopolmonare? Questa tecnica può effettuarla da chiunque o richiede una formazione specifica?
“A quel punto si devono effettuare manovre un po’ più complesse. Sarebbe meglio seguire un corso per imparare ad effettuare una corretta rianimazione cardiopolmonare. “
Una volta superata l’emergenza è comunque consigliabile portare il soggetto in ospedale e sottoporlo ad un controllo medico?
“È sempre meglio ospedalizzare il bambino perché non si è certi delle conseguenze che si sono verificate nel suo organismo, in special modo nei casi in cui è rimasto in ipossia per troppo tempo o ha inalato oggetti pericolosi come le pile.”
Scrivi un Commento