L’Adas dice Sì alla vita


La seconda edizione di Incontro di consapevolezza e solidarietà, l’evento firmato dall’Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute A.D.A.S., ha riunito al Teatro Sangiorgi di Catania grandi personalità della politica, della medicina e della magistratura nel nome della solidarietà e  dell’informazione in occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Immunologiche e Neurologiche.  

«Noi, in quanto affetti da patologie ambientali, siamo costretti a rinunciare alla vita, ai nostri affetti, alla famiglia, al lavoro. Il nemico è dietro l’angolo. Non c’è cura, per questo ci battiamo costantemente con lo scopo di sensibilizzare le Istituzioni, affinché ci sia prevenzione, ad esempio nelle scuole, perché si tratta di patologie che quando vengono diagnosticate ormai sono in fase avanzata e quindi irreversibili – ha dichiarato Marisa Falcone, Presidente A.D.A.S. -dobbiamo fare in modo che chi ne è affetto non arrivi ad isolarsi totalmente, il rischio è davvero alto. Noi dell’ADAS, consapevoli della necessità che venga promossa e sostenuta la ricerca medico scientifica, abbiamo costituito un Comitato Scientifico formato da illustri professionisti che si sono subito impegnati a predisporre progetti di ricerca e ad individuare un percorso diagnostico utile a pervenire alla diagnosi delle patologie. Siamo malati d’ambiente e in quanto tali non godiamo dei livelli minimi di assistenza; i Pronto Soccorso sono inadeguati a fronteggiare l’emergenza, la classe medica in buona parte non conosce la malattia».

 

I Pronto Soccorso, ad esempio, si sono rivelati i luoghi, paradossalmente, più a rischio per chi è affetto da Sensibilità Chimica Multipla (MCS), Fibromialgia (FM), Encefalomielite Mialgica-Sindrome da Fatica Cronica (ME-CFS), patologie immuno-tossico-infiammatorie a carattere degenerativo, che colpiscono soprattutto il sistema nervoso centrale ma che non risparmiano altri apparati ed organi. Queste patologie, che spesso sono presenti contemporaneamente, insorgono in maniera subdola per rivelarsi poi devastanti, e dalle testimonianze fornite è emerso un quadro agghiacciante sulla condizione attuale dei presidi ospedalieri etnei, per niente idonei ad accogliere pazienti “malati d’ambiente”.

Della complessità della gestione dei pazienti con sensibilità chimica multipla nella fase di emergenza ed urgenza, per i quali manca un protocollo per l’accoglienza ed il trattamento, è consapevole Isabella Bartoli, Responsabile del 118, la quale ha affermato a chiare note come vada al più presto formato il personale che opera sulle ambulanze affinché sappia adeguatamente trattare il paziente chimicamente sensibile.

L’ADAS oltre che sollecitare la ricerca scientifica, chiede dunque alle Istituzioni che vengano messe in atto quante più iniziative di prevenzione.  

 In rappresentanza della presidenza della Regione è intervenuto Franco Calanducci, componente della commissione Sanità dell’ARS, che ha sottolineato:  «la Regione c’è, siamo pronti ad emanare nel più breve tempo possibile strumenti normativi che garantiscano  assistenza sanitaria e soddisfino le aspettative sociali». «Siamo pronti a stipulare un protocollo di intesa – ha aggiunto Natalina Costa, Consigliere Parità Regione Sicilia – affinché la salute e la dignità dell’uomo siano messi al primo posto».  

 

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