Sale da cucina? I medici dicono: Meglio evitare


sale da cucina

Sale da cucina? No grazie. “In Sicilia la prima causa di morte è data dalle malattie cardiovascolari, e su tale patologia influiscono  notevolmente anche  abitudini alimentari non salutari”. È quanto emerso dal primo congresso regionale sul tema “Sanità e Prevenzione: giovani, anziani e lavoratori i destinatari principali delle linee di intervento predisposte dalla Regione”, organizzato dall’Assessorato regionale alla Sanità e dall’Asp di Catania.  Un workshop che ha coinvolto non solo medici, operatori e strutture ospedaliere ma che ha visto la presenza del Dirigente Generale del Dipartimento ASOE Ignazio Tozzo, del presidente dell’Ordine dei Medici Massimo Buscema, di sanita-relatoriFrancesco Santocono consulente per la sanità del sindaco Enzo Bianco, di Giuseppe Di Giacomo presidente della commissione regionale Sanità e del rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro. Secondo quanto spiega Elena Alonzo, direttore Sian-Asp Catania “in particolare gioca un ruolo molto importante l’uso (o abuso) del banalissimo sale da cucina. Questo è il motivo per cui il Dipartimento alla Salute, regionale e provinciale, lavora moltissimo sulla sana alimentazione  Sarebbe sufficiente far comprendere a ogni singolo individuo quale importanza ha, sul reale stato di salute, ridurre il consumo quotidiano di sale”.

Durante il workshop sono emersi anche dati sull’obesità. Salvatore Requirez ha spiegato: “In Italia vivono 4.898.496 adulti obesi e 16.000.000 in sovrappeso, con un costo sociale annuo del 6,7% della spesa sanitaria pubblica. Una persona obesa costa al sistema sanitario fino al 51% in più rispetto a una persona normopeso. I costi indiretti (dovuti alle morti premature, al calo della produttività lavorativa e ai relativi guadagni) sono doppi rispetto a quelli diretti. In Italia nel 2014 il 46% era in sovrappeso di cui il 23% obesi i quali, direttamente o indirettamente, hanno consumato il 3% del Pil”. Infine si è parlato di prevenzione del tumore del colon retto e della relativa campagna avviata nei Comuni del Distretto di Acireale, dove sono stati invitati a partecipare 38.000 utenti. Complessivamente in Provincia di Catania vengono contattati circa 300.000 donne per lo screening del tumore del collo dell’utero, circa 140.000 per quello del tumore della mammella e circa 280.000 tra uomini e donne per quello del tumore del colon.

 

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