Ha appena calcato le scene con la pièce Vento di Tramontana tratta dal romanzo di Carmelo Sardo, e adattato per la scena da Gaetano Savatteri. Ma è già pronto per passare dal teatro alla tv. Si vocifera che il giovane attore ragusano Luca Iacono sia nel cast della prossima serie di Squadra Antimafia 6. Lui minimizza, sorride e a riguardo ci dice: “È una piccola parte, una cosiddetta figurazione speciale. Lo scambio di qualche battuta con due dei protagonisti della serie. Un’esperienza interessante che mi ha divertito e incuriosito. La tv e il cinema sono per me territori poco esplorati. Spero di poter avere l’opportunità di conoscerli meglio”.
In Vento di tramontana si racconta la vita all’interno del carcere dell’isola di Favonia, Favignana. Nel cast c’erano anche alcuni detenuti dell’Istituto Penitenziario di Giarre. Che esperienza è stata?
“Non è stato uno spettacolo come tanti altri per la valenza sociale che ha avuto. I sei ragazzi che ci hanno accompagnato nel corso delle repliche, e che sono stati parte integrante della messa in scena, sono stati un esempio di educazione, dedizione e umiltà. La loro voglia di fare bene li ha portati a seguire tutte le indicazioni e il risultato finale è stato ottimo oltre che emozionante”.
Al cine Teatro Lumiere di Ragusa dirige i ragazzi del liceo classico Umberto I nella messa in scena di Antigone di Jean Anouilh, che rilegge e riscrive Sofocle nel pieno della II guerra mondiale. Cosa ci può raccontare di quest’esperienza e, soprattutto, da grande cosa vorrebbe fare l’attore, il regista o entrambi?
“La mia esperienza al liceo classico Umberto I di Ragusa, condivisa con l’amico e collega Fabio Guastella, è stata una delle cose più belle che mi potessero capitare quest’anno. Sono tornato dopo dodici anni in quello che era stato il mio liceo, dove nacque il mio amore per il teatro e dove timidamente cominciai a muovere i primi passi. Ho avuto il piacere di poter condividere quel poco che ancora so di questo mestiere con quindici meravigliosi ragazzi. È stata un’attività laboratoriale mirata allo studio del testo che ha visto come approccio iniziale l’analisi del corpo, del gesto come prolungamento della parola,del pensiero e del lavoro di ensemble. Condivisione è il termine appropriato per questo lavoro, nessuna voglia di fare il regista, almeno per il momento. Vorrei poter avere la fortuna di vivere importanti esperienze da attore, così da poterne fare un bagaglio dal quale poter attingere sempre”.
“Un sogno in Sicilia” di Fabio Grossi è un documentario che racconta la vita di quattro giovani attori siciliani, che lavorano insieme per portare in scena non solo “Sogno di una notte di mezz’estate” di Shakespeare ma anche per realizzare le proprie aspettative di vita nella terra in cui sono nati e sperano di lavorare. Leo Gullotta e Fabio Grossi cosa vi hanno insegnato?
“I primi giorni di preparazione sono stati certamente quelli più difficili ma senza dubbio quelli più formativi. Sia Leo Gullotta che Fabio Grossi ci hanno dedicato tanto tempo portandoci alla padronanza di ogni singola battuta e di ogni singolo respiro”.
Siamo quasi in estate. Gli attori non vanno mai in vacanza. Quali sono gli imminenti progetti?
“Continueremo a replicare per tutto il mese di Giugno “Memorie Contese”, l’itinerario teatralizzato a Palazzo del Toscano che nell’ultimo anno ha catturato positivamente l’attenzione del pubblico e della stampa grazie alla sua formula che unisce il piacere della visita guidata a quello della performance teatrale. Il merito va a Chiara Ponzo, ideatrice del progetto, alla genialità della regia di Angelo Tosto e alle straordinarie capacità dei miei colleghi ed amici: Lucia Fossi, Ramona Polizzi, Lucia Portale e Francesco Russo. Continuerò a progettare e lavorare anche sotto l’ombrellone… Chi si ferma è perduto”!
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