Catanese di nascita ma già girovaga per i maggiori teatri, Valeria Contadino si divide fra i suoi affetti e il suo lavoro. Moglie, mamma di cinque figli e attrice, è l’esempio perfetto che dimostra che conciliare lavoro e famiglia si può. “Occorrono coraggio e forza di volontà” ci dice durante le prove de “Il castello racconta” che sarà in scena stasera, giovedì 26, al Castello Ursino di Catania.
Intervista a Valeria Contadino
Lei è spesso in giro, preferisce la sua Sicilia o star fuori?
Con il mio lavoro è fondamentale girare e confrontarsi con altri spettatori e da me tutto ciò è vissuto positivamente. Mi piace conoscere persone nuove, stare tra la gente e vivere luoghi differenti. Certamente, ho una famiglia e conciliare non è semplice. Quando posso la porto con me. Amo la mia terra con le sue mille contraddizioni, ma quando il proprio impegno è apprezzato anche altrove, beh, è una spinta a continuare. La Sicilia è il centro del mediterraneo, ed io mi sento a casa solo in questa terra. Queste radici onorano la mia formazione. Per me essere siciliana è un valore aggiunto. Basta rivedere la storia della nostra terra per capire il fuoco che noi siciliani ci portiamo dentro. Lavorare con impegno e fiducia oggi più che mai in un momento così delicato di crisi credo sia la chiave di un sano riscatto. Impegno e passione sono elementi imprescindibili di tutti i lavori, ma in quello dell’attore entrano in gioco le emozioni.
A Castello Ursino insieme a lei ci sarà un cast ricco di sicilianità, com’è nato questo reading?
L’idea nasce da Silvana Raffaele, docente di storia moderna presso l’ateneoetneo, che insieme a prof.ssa Pina Mazza, ha scritto i testi del reading “Il
castello racconta”. Insieme a me ci saranno Mario e Francesca Incudine, Antonio Vasta, Gaia Lo Vecchio, Luciano Fioretto, Flavia Petralia e indosseremo i costumi di Riccardo Cappello. Con Mario (Incudine, ndr) abbiamo già lavorato insieme e ora siamo impegnati anche nelle prove de “Il casellante” di Andrea Camilleri che, con Moni Ovadia, debutterà al festival dei due Mondi di Spoleto a fine giugno. L’evento di giovedì è promosso dal Rotary Catania Est ed è stato preceduto da un gemellaggio tra questi e quello di Saragozza, antica capitale del Regno d’Aragona, poiché la città di Catania ha rivestito un ruolo centrale nel Medioevo, e perché fu capitale del Regnum, sede della più antica, e per molti secoli unica, Università degli studi dell’isola, fondata da Alfonso d’Aragona.
Dunque questo reading serve a far conoscere Catania da altri aspetti storici?
Assolutamente si. Pensiamo a come il teatro o il cinema in questi anni siano serviti positivamente a portare turismo in molte zone prima poco conosciute. Con “Il castello racconta” si vuole riportare l’attenzione sulla storia del maniero , farlo conoscere ed inserirlo in un itinerario turistico dedicato ai luoghi degli Aragonesi di Sicilia nel perimetro urbano, come lo stesso
Castello Ursino, sede della corte e abitazione dei regnanti e il Duomo in cui molti di essi hanno sepoltura.
Si sente mai in colpa con i suoi figli? I miei figli mi caricano e mi spingono ad andare avanti, ma è innegabile che quando sono lontana mi assalgono mille dubbi.. Non possiedo la ricetta della perfetta madre, ma come ingrediente per loro possiedo una enorme quantità di amore: saranno loro a scegliere che pietanza creare.
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