L’impresa del futuro è Food, la Sicilia è pronta?


food foto brunella bonaccorsi
Foto Brunella Bonaccorsi

L’impresa del futuro sarà sempre più rivolta al food attenta all’ambiente, ai cambiamenti climatici e utilizzerà i suoi scarti organici per produrre energia elettrica, biometano e bioplastiche.

E’ questo il principio della teoria del “biogasdoneright”: “il biogas fatto bene” che sarà al centro del meeting internazionale sulla sostenibilità della filiera agro-alimentare promosso dal Consorzio Italiano Biogas, il CIB, in programma venerdì prossimo, 9 ottobre, al centro Radicepura di Giarre (Strada 17, numero 19, frazione San Leonardello) dalle 9 alle 18, evento che rientra tra le iniziative Expo 2015.

I lavori saranno aperti da Roberto Bonaccorsi, sindaco del comune di Giarre, Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura, Giacomo Pignataro rettore dell’Università di Catania. Saranno presenti, tra gli altri, il presidente del Consorzio CIB Piero Gattoni , il sottosegretario Ministero Agricoltura, Giuseppe Castiglione, il presidente Commissione Ambiente Unione Europea, Giovanni La Via, l’assessore regionale all’Agricoltura Rosaria Barresi. Le conclusioni saranno affidate a un rappresentante della Presidenza Consiglio dei Ministri.

Food, un’opportunità per la nostra isola

Un’opportunità per la nostra Isola che vive uno stato di arretratezza sul fronte delle fonti energetiche rinnovabili, rispetto al Nord del Paese. Il suolo agricolo, infatti, per garantire produzioni food di qualità, ha bisogno di essere nutrito e per questo è necessario metter in campo competenze e tecnologie.

Sul tema, esperti provenienti da tutto il mondo si confronteranno, alternandosi in due sessioni di studio e in due tavole rotonde, illustrando aspetti tecnici e finanziari, ma anche le norme di settore necessarie. Si parlerà di digestione anaerobica sia come fonte di energia rinnovabile, ma anche come tecnologia in grado di sviluppare sistemi agronomici più produttivi e sostenibili che siano a loro volta in grado di creare opportunità di sviluppo economico per il Mezzogiorno, risolvendo il problema di desertificazione del terreno e favorendo una transizione agricola, industriale ed energetica “green”, che metta al centro l’impresa agricola multifunzionale e competitiva.

 

 

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