Luca Scivoletto: “In un docufilm il coraggio di Maria”


Luca Scivoletto
Luca Scivoletto

Il documentario “Con quella faccia da straniera. Il viaggio di Maria Occhipinti” del regista modicano Luca Scivoletto, verrà proiettato in occasione della manifestazione “Modica – andata e ritorno, viaggio tra tesori d’arte e natura”presso lo stabilimento Monaco di Misterbianco. Il docu-film di Luca Scivoletto racconta la storia di coraggio  di una donna ragusana, Maria Occhipinti, che per salvare dal rastrellamento alcuni giovani ragusani, decide di stendersi sulla strada – al quinto mese di gravidanza – per bloccare i mezzi sui quali venivano trasportati i suoi concittadini. Il suo gesto di assoluto coraggio, diede vita a una rivolta popolare, domata solo quattro giorni dopo. Maria venne arrestata e processata: condannata al carcere, partorì lì la figlia. Da lì comincia il suo viaggio per il mondo, durante il quale scrisse anche la sua autobiografia.

Intervista a Luca Scivoletto

 Quando hai avuto l’idea di realizzare questo documentario e perché hai scelto proprio la figura di Maria Occhipinti?

La locandina del film di Luca Scivoletto
La locandina del film di Luca Scivoletto

Il documentario è nato dalla lettura piuttosto casuale dei due romanzi scritti da Maria Occhipinti – “una donna di Ragusa” e “una donna libera” – che ho trovato a casa dei miei genitori, entrambi appassionati di questa figura, soprattutto mia madre che aveva elaborato l’idea di una tesi teatrale rifacendosi proprio al primo libro pubblicato da Maria. Così, da queste pagine che trasudavano una bellezza e una sofferenza incredibile, oltre alla volontà di raccontare una storia per lo più sconosciuta e che riguardava una donna coraggiosa e cresciuta lontana dal contesto in cui era nata, è maturata questa profonda fascinazione per la figura di Maria e per il suo operato che, in qualche modo, doveva essere portato alla luce.

Puoi spiegarci la scelta del titolo?

L’angolo visuale scelto per raccontare la storia di Maria è stato proprio questo suo essere straniera nel contesto in cui è nata: fin da piccola, era straniera quando anziché fare ciò che facevano i bambini della sua età – soprattutto quelli della Ragusa popolare – preferiva i discorsi da adulta e leggere i romanzi di Victor Hugo. Ha sempre parlato un po’ un’altra lingua rispetto ai suoi coetanei. Quando poi si è ritrovata a dover subire le conseguenze dei suoi gesti a Ragusa, è dovuta partire e questo viaggio fatto per il mondo l’ha resa ancora più straniera. Quando torna nella sua città natale negli anni settanta – come racconta il documentario sulla sua vita, realizzato da Enzo Forcella per la Rai – Maria non ha più l’accento ragusano bensì quello di chi ha girato per il mondo, l’impasto di altre lingue. Tutto ciò mi ha fatto optare per questo titolo rispetto a tanti altri possibili.

Come è stato realizzato il documentario?

Il documentario si compone maggiormente di interviste e di materiale di repertorio. Ho dato molto spazio ai luoghi che sono stati teatro degli eventi dei Nonsiparte e quindi Ragusa superiore, la zona cosiddetta “russa”, quella più fredda. Ho cercato di ripercorrere gli itinerari di Maria mentre era ancora a Ragusa, come per esempio il percorso che faceva dalla casa dei genitori alla propria, casa che andò ad abitare per crescere la figlia, una volta uscita dal carcere alla fine della guerra. Mi sembrava bello sottolineare l’importanza di questi luoghi. Inoltre, abbiamo messo in scena anche il ritorno della figlia Marilena, esaltando gli scorci di Ragusa superiore.

Quindi, secondo te, quali sono gli elementi essenziali che rendono questo documentario un omaggio all’esperienza di Maria Occhipinti?

Intanto il fatto che racconta davvero la sua storia, senza concentrarsi esclusivamente sugli eventi che l’hanno resa conosciuta, cioè i movimenti dei Nonsiparte. Ho un po’ ribaltato ciò che è stato realizzato finora sulla figura di Maria, descritta solo nel suo eroismo che l’ha accompagnata soprattutto nel gennaio del ’45 a Ragusa. Questo, invece, è un documentario che racconta tutto il suo viaggio – parola presente nel titolo infatti – che parte dalle strade di Ragusa, dai suoi quartieri popolari e che si sposta a Los Angeles, Canada e in altre parti del mondo per poi tornare in Italia e anche nella sua città natale. Si rende omaggio a una vita dove è stato centrale la coscienza della propria libertà ma anche il prezzo che si paga per conservarla. Ho cercato di sottolineare i passaggi della vita di Maria in cui tra una scelta comoda e coscienziosa, ha sempre optato per quella coraggiosa e di libertà che ha pagato però ad altissimo prezzo.

Il film di Luca Scivoletto è stato proiettato in Cina
Il film di Luca Scivoletto è stato proiettato in Cina

Mercoledì 25 maggio, presso lo stabilimento Monaco di Misterbianco, verrà proiettato il documentario in occasione di “Modica – Andata e ritorno, viaggio tra tesori d’arte e natura”. Per quale motivo ha deciso di partecipare alla manifestazione?

Ho ricevuto un invito per partecipare a questa manifestazione, dando subito la mia disponibilità in quanto ci tengo che, soprattutto in Sicilia, venga proiettato il film su Maria. Chiaramente è una manifestazione di grandissimo spessore e interesse, per cui sono molto contento che il mio documentario venga proiettato in questo contesto. Credo che la scelta di proiettare il documentario sia parecchio legata all’importanza di raccontare figure che hanno inciso molto sulla storia del nostro territorio ed esistono tantissimi personaggi siciliani che ancora non hanno avuto modo di emergere e che dovrebbero essere portati alla luce.

“Con quella faccia da straniera – Il viaggio di Maria Occhipinti” è in concorso al China Women’s Film Festival. In che modo il documentario è arrivato oltreoceano?

Il film è stato proiettato all’Istituto italiano di cultura di Pechino. Questo è un grande festival, dura 15 giorni ed è dedicato interamente all’universo femminile. Abbiamo deciso di proporre la proiezione del film durante questo festival soprattutto per una similitudine che ho trovato tra due storie: quando Maria – già incinta al quinto mese – nel 1945, decide di stendersi davanti ai camion che rastrellavano i giovani ragusani per poterli fare fuggire e lo studente cinese che, nel 1989, blocca una fila di carri armati durante la protesta di piazza Tienanmen. Il fatto che abbiano accettato la mia proposta, dimostra quanto la Cina stia cambiando sotto molti aspetti e come l’esempio di Maria possa essere di ispirazione per tutti.

Articolo di Martina Lo Giudice

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