In soli 23 minuti Terranera documenta una realtà fatta di sfruttamento nei campi, caporali, lacrime per la dignità perduta e notti all’addiaccio nella provincia catanese. Terranera è un docufilm prodotto dalla Cgil e dalla Flai Cgil di Catania per denunciare le condizioni di chi lavora nei campi, compresi bambini di 8-9 anni.
Gli autori di Terranera, il sindacalista della Cgil Massimo Malerba e il regista Riccardo Napoli, hanno seguito il percorso di due sindacalisti di strada, Nino e Pino, da molti anni impegnati a contrastare l’illegalità nelle campagne.
Terranera è un viaggio “disperante nelle piazze del reclutamento di manodopera dominate dai “caporali” o tra le capanne di cartone in cui vivono, al freddo e dormendo sulla nuda terra, i migranti costretti a pagare un “pizzo” che va dai 5 ai 15 euro al giorno per poter lavorare – raccontano gli autori- O ancora, tra Bambini caricati sui furgoni per essere condotti nei campi o le Lavoratrici rumene abusate dai “padroni”. Il tutto documentato senza filtri, con immagini esclusive e testimonianze”.
La colonna sonora di Terranera è tratta da musiche originali dei Tropic Death. Il regista racconta di un’ avventura umana, prima ancora che professionale: “Abbiamo raccontato storie non solo legate alla difficoltà di trovare un lavoro, ma soprattutto relative alle vite di tanti cittadini neocomunitari o extracomunitari che vivono in condizioni estreme, per pochissimi euro al giorno. E non a caso. Una parte del loro compenso viene distribuita tra caporali e altri intermediari”.
La proiezione del docufilm, in anteprima nazionale, si terrà il 12 marzo alle ore 18, al Teatro Sangiorgi di Catania. Tra gli ospiti della serata, che si concluderà con una tavola rotonda, anche il segretario nazionale della Cgil Serena Sorrentino, la segretaria generale della Flai Cgil Stefania Crogi e Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro alla Camera. Spiega il segretario generale Giacomo Rota, che ha collaborato al docufilm : “Per la Cgil questo comunicare all’esterno la difficile realtà lavorativa attraverso le immagini e le denunce, è un esperimento importante. Per strada abbiamo conosciuto almeno tre facce della “Terra Nera”: quella dei lavoratori che ci Abbiamo visto l’ispettorato del lavoro tre volte in trent’anni, quella dei lavoratori extracomunitari che vedono nel caporale locale lo sfruttatore e quella dei lavoratori locali che vedono nell’extracomunitario un concorrente”. Un quadro troppo duro per essere ignorato. Eppure, tutti sanno che il lavoro nero e i caporali, sono due fenomeni strettamente connessi nelle campagne catanesi.
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