Legge Cirinnà: perché votare a favore secondo l’associazione Queer as


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Monica Cirinnà durante la riunione della commissione Giustizia del Senato sul ddl Cirinnà riguardante le unioni civili, Roma, 02 settembre 2015. ANSA/ ANGELO CARCONI

Valentina Mazzeo, membro di Queer As, un’associazione di volontariato che, ispirandosi alla filosofia queer, si impegna nella promulgazione di un educazione al rispetto delle differenze di genere e diversità di orientamento sessuale, contrastando il sessismo e l’imposizione sociale degli stereotipi di genere, spiega perché, secondo l’associazione, sia importante votare a favore del disegno di legge Cirinnà, nonostante gli aspetti negativi e le ancora gravi mancanze.

“Il disegno di legge Cirinnà bis è un nuovo disegno di legge che ripropone il testo base adottato dalla commissione Giustizia al Senato nello scorso marzo ed è diviso in due capi: nel primo capo si parla delle unioni civili tra due persone dello stesso sesso, nel secondo invece si parla del riconoscimento della convivenza di fatto tra persone dello stesso sesso o tra persone di sesso diverso – spiega Valentina Mazzeo – Con la sua approvazione, le coppie composte da persone dello stesso sesso, qualificate come specifiche formazioni sociali, potranno usufruire di un nuovo istituto giuridico, diverso dal matrimonio, ma che si può equiparare al matrimonio in quanto a diritti e doveri previsti, e applicabile solo alle coppie omosessuali. Dal ddl rimangono escluse le 12185337_1688676914677341_8969174025608538084_oadozioni: una coppia omosessuale non può adottare un bambino senza legame con uno dei due partners, come possono fare invece le coppie eterosessuali, tuttavia si prevede l’estensione della cosiddetta Stepchild Adoption, cioè l’adozione del bambino che è già riconosciuto come figlio di uno solo dei due partners.  Per quanto riguarda il regime giuridico, e cioè i rispettivi diritti e doveri, residenza, abusi familiari, interdizione, scioglimento dell’unione, è previsto che siano validi gli articoli del codice civile relativi al matrimonio: stessi diritti e stessi doveri; sono tra l’altro riconosciuti alla coppia diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione e i doveri previsti per le coppie sposate”.  Dopo una sintesi della proposta di legge esaustiva e comprensibile per tutti, Valentina esprime le sue personali considerazioni a riguardo: ”Il suddetto ddl presenta degli aspetti criticabili: innanzitutto il fatto che si crei un istituto appositamente riservato alle coppie omosessuali, quasi a voler dire ‘questo è il massimo che potrete ottenere, accontentatevi’; in secondo luogo la pessima espressione specifiche formazioni sociali, come se si dovesse trovare a tutti i costi una definizione che lasci trasparire una differenza tra unioni omosessuali e unioni eterossessuali; in terzo luogo il fatto che la stepchild adoption non rappresenti la soluzione in materia di filiazione, in quanto limitante del diritto delle persone omosessuali alla libera formazione di una famiglia.

Disegno di legge Cirinnà, va votato?

Il disegno di legge Cirinnà, pur con tutti i suoi limiti, va però votato (con l’auspicabile desiderio che non vi siano ulteriori modifiche) per la stringente esigenza di  colmare il vuoto legislativo che pone l’Italia come fanalino di coda nel panorama europeo dei diritti civili, insieme a Stati quali Polonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Bulgaria. Deve essere votato con la consapevolezza che non debba essere l’obiettivo finale ma il punto di partenza per il raggiungimento del matrimonio egualitario e del riconoscimento dell’adozione, perché non si parli più di cittadine e cittadini di serie B, alle quali e ai quali vengono da sempre richiesti doveri senza che gli siano riconosciuti i più essenziali diritti umani”.

 

 

 

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