Gender Theory. Facciamo chiarezza


gender theory

Gender Theory. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Erano gli oramai lontani anni Novanta quando, durante un talk show, un ospite presentò una singolare e inaspettata teoria circa la presenza in un prossimo futuro di un terzo genere paragonabile al neutro: né uomo né donna o forse al contempo uomo e donna.

La teoria esposta catturò completamente la mia attenzione e mi colpì a tal punto da essermi rimasta impressa nella mente fino ad oggi.

L’ospite, dall’aspetto alquanto ambiguo, non mostrava alcun orientamento sessuale e fiero del suo essere “neutro” prospettava un avvenire dove i limiti fra uomo e donna non sarebbero più esistiti anzi non si sarebbe più parlato di tale distinzione.

La rivoluzione copernicana da lui prospettata non si è ancora realizzata ma sicuramente qualcosa ad oggi è cambiato a livello sociale, culturale e normativo.

Non si parla più solo di maschile e femminile e il genere non è da intendersi in senso strettamente biologico.

In Australia sono stati individuati ben ventitrè generi differenti e il social network Facebook ne ha registrati ben cinquantasei con possibili varianti al seguito.

Le associazione LGBTQ, acronimo per Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, rifiutano l’idea di un orientamento sessuale stabile e definito e rivendicano la possibilità di rimanere indefiniti e liberi nella scelta.

Una variante dell’acronimo LGBTQ è LGBRQQIAAP che si fa portavoce di un numero maggiore di orientamenti, comprendendo anche i questionings, coloro che sono ancona “in ricerca”; gli intersessuali, coloro i quali hanno al contempo anatomia femminile e maschile; gli alleati, ovvero i sostenitori della comunità LGBTQ; gli assessuati, individui che non avvertono attrazione sessuale ed il suo opposto: i pansessuali.

Il panorama è molto vasto e i generi così indefiniti rispetto ad una tradizionale visione, da non stupire che in molti siano spaventati e confusi. Tanto più quando si tratta di vedere insegnata nelle nostre scuole la Teoria del Genere.

Gender theory, terreno di tante polemiche

Oggetto di accese polemiche, il comma 16 contenuto nella legge sulla Buona scuola (Legge n. 107/2015) così dispone:

gender-neutral«Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013.».

 A generare ambiguità secondo il senatore G. Quagliariello,  sarebbe stato l’uso indiscriminato dei termini sesso e genere:

«La prima parola ha valenza biologica, la seconda solo culturale…Eppure spesso vengono usate indifferentemente, e questo è pericoloso: quindi vogliamo chiedere ai ministri un chiarimento sulla distinzione dei termini e soprattutto l’assicurazione che qualsiasi attività di carattere extracurriculare non venga introdotta se non con il consenso delle famiglie».

Queste le parole riportate sul Corriere della sera.it  a cui segue la ferma risposta della Giannini:

«L’articolo 16 introduce un principio sacrosanto che non ha nulla a che fare con la gender theory. È un principio che esplicita dei criteri di sensibilizzazione all’educazione alla parità tra i sessi, quello femminile e quello maschile, perché la nostra società deve fare dei passi avanti su questo fronte, e per prevenire la violenza di genere e l’omofobia».

Evidente è la mancanza dell’espressione teoria del genere o Gender Theory, auspicando il suddetto comma, l’educazione alla parità dei sessi, la non discriminazione e la prevenzione di ogni forma di violenza – femminicidio, omofobia, xenofobia, bullismo – ; questo grazie ad una corretta informazione e sensibilizzazione dei ragazzi,  ma anche dei docenti e dei genitori  chiamati a collaborare.

In particolare il  Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del MIUR, viste le numerose richieste di chiarimento provenienti delle istituzioni scolastiche e dal rumore provocato da informazioni non corrette recepite dalle famiglie, ha ritenuto opportuno emanare una circolare con oggetto: Chiarimenti e riferimenti normativi a supporto dell’art. 1 comma 16 legge 107/2015, al fine di dare delucidazioni circa l’infondatezze di quanti asserivano che nelle scuole italiane si sarebbe insegnata la Gender Theory.

Allineandosi con il vigente indirizzo dell’UE, che vede già coinvolti paesi come la Danimarca, la Francia e l’Inghilterra, solo per citarne alcuni,  l’educazione sessuale, o meglio la promozione di un

La correttezza delle informazioni unita ad una visione serena e rassicurante di molti aspetti legati al sesso ed alla sessualità concorrerebbe ad eliminare molti stupidi tabù, a formare delle coscienze maggiormente tolleranti verso le diversità«…educazione alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere nell’ambito dei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, al fine di sensibilizzare,  informare, formare gli studenti e prevenire la violenza nei confronti  delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo;»

come afferma la Legge 15 ottobre 2013, n. 119, «Art.5. Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere»; favorirebbe nelle scuole fin dalla prima infanzia, un’educazione continua e formalmente sostenuta del bambino, non lasciando al caso, ai mass-media, al gruppo dei pari o a terzi non autorizzati, la discussione di argomenti spesso delicati che affondano le radici in intime curiosità o dilemmi esistenziali, in un’innata voglia di conoscere e acquisire nozioni precise e veritiere sul sesso e sulla sessualità, il tutto volto ad un equilibrato sviluppo psico-emotivo della persona durante le diverse fasi della sua crescita.

Numerosi restano i dubbi soprattutto etici e La Manif Pour Tous Italia, associazione pro-family, si è resa portavoce delle famiglie e di quanti credono che l’educazione culturale, religiosa, politica dei figli vada impartita all’interno del nucleo familiare e in linea con i suoi principi.
Ma a ben vedere nulla nell’attuale panorama scolastico punta a sovvertire questa rivendicazione, che appare superflua se riflettiamo sulla centralità della famiglia nel compito di educare i figli, all’interno di un sistema in cui  le istituzioni scolastiche collaborano semplicemente a tale scopo.

Gender theory, ci vuole una giusta informazione

La correttezza delle informazioni unita ad una visione serena e rassicurante di molti aspetti legati al sesso ed alla sessualità concorrerebbe ad eliminare molti stupidi tabù, a formare delle coscienze maggiormente tolleranti verso le diversità e meno inclini ad usare la violenza, non avvertendo più ciò che poco si conosce come una minaccia da cui difendersi.

Iniziare dal comprendere una prima precisazione data della Gender Theory, potrebbe rappresentare un punto di partenza:

« …distinzione di genere, in termini di appartenenza all’uno o all’altro sesso, non in quanto basata sulle differenze di natura biologica o fisica ma su componenti di natura sociale, culturale, comportamentale».

 

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