Le Sentinelle in piedi in piazza Università contro il ddl Cirinnà


sentinelle in piedi

Mentre a Piazza Stesicoro si riunivano le varie associazioni Lgbt per manifestare a favore della legge Cirinnà, si schieravano a Piazza Università i componenti della fazione opposta e  in forte opposizione alla proposta di legge sulle unioni civili: Le Sentinelle in piedi. Quest’ultimi si definiscono una resistenza apartitica e aconfessionale, formata da persone che vegliano per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna.

“Veglieremo silenziosamente, con un libro in mano – afferma il portavoce delle Sentinelle di Catania – Dobbiamo far comprendere ciò che vogliono distruggere con questa legge. I figli non si non abbiamo nulla contro le persone con tendenze omosessuali, ma è evidente che esiste una pressione potentissima delle lobby Lgbt anche in Parlamento, che con l’aiuto dei mass media, di alcuni tribunali e alcune scuole, vuole imporre il pensiero unico relativista e così cedere alla pressione di una minoranzacomprano e ci sono cose nella vita che proprio per il loro percorso naturale, sono immodificabili, come la famiglia e il fatto indiscutibile che un bambino nasce da un uomo e una donna.” Secondo le sentinelle in piedi la stepchild adoption, presente nell’ articolo 5 del ddl Cirinnàdue persone adulte avrebbero il diritto, in funzione unicamente di un desiderio, di fabbricare un bambino con ovuli, utero e seme esterni”. Sono numerose in queste settimane che si avvicinano alla votazione in Senato del ddl Cirinnà, le veglie delle Sentinelle che da Nord a Sud, cercano di “vegliare sulle coscienze umane, spiegando lì dove vivono e abitano cosa si cela dietro questi progetti di legge”. Le stesse Sentinelle, si uniranno in piazza a Roma il prossimo 30 gennaio a quella parte del popolo italiano che si oppone all’idea che “legge naturale venga soppressa”.

“Sia chiaro – spiega ancora il portavoce delle Sentinelle – non abbiamo nulla contro le persone con tendenze omosessuali, ma è evidente che esiste una pressione potentissima delle lobby Lgbt anche in Parlamento, che con l’aiuto dei mass media, di alcuni tribunali e alcune scuole, vuole imporre il pensiero unico relativista e così cedere alla pressione di una minoranza”.

 

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