I giovani messinesi sostengono il Rwanda


L’obiettivo di dare sostegno a bambini orfani di genocidi, abbandonati a causa della miseria o perché diversamente abili è certamente ambizioso e parte anche da Messina. Sotto il nome “Holy Family”, prende vita un progetto di solidarietà che è attivo in Rwanda e che è anche formativo nei confronti di alcuni giovani messinesi predisposti ad abbracciare questa esperienza. A sostenere questo percorso umanitario è la Onlus “Anymore”, presieduta da Antonio Spignolo che porta avanti la realizzazione di vari programmi di volontariato ormai dal 2009. Da quell’anno, “Anymore” si è infatti trasformata in Onlus ma, in realtà, operava sul territorio peloritano già dal 2003 come associazione con intenti solidali. Un gruppo di ragazzi, compresi tra i 18 e i 35 anni, sono partiti lo scorso agosto per il Rwanda, dopo essersi adeguatamente forti con “Anymore”.  

 

Oltre ad offrire materialmente assistenza alla casa famiglia “Holy family” esistente da un ventennio in quel Paese, i giovani hanno recepito una formazione sul campo che va al di là di ogni possibile resoconto. Quello che hanno appreso è servito anche per raccontarsi ad altri giovani, ad altre persone nell’ambito di due incontri che si sono svolti ieri e lo scorso 11 ottobre, presso il Centro “Senza Frontiere” di Messina. Ad organizzare le riunioni è stata la coordinatrice del Centro Lucy Fenech che appoggia un’altra interessante iniziativa, sempre al fianco di “Anymore”: la costruzione di un’altra casa famiglia in Rwanda. “Questa sarà una continuazione naturale della “Holy Family” – spiega Spignolo – ovvero un luogo in cui i ragazzi con vari disagi sociali, raggiunta la maggiore età, potranno alloggiare e pianificare anche una vita lavorativa. La nuova struttura sarà sempre seguita dai volontari della Onlus “Anymore” che si muoveranno durante l’anno ma è anche coordinata da altri collaboratori, residenti in Rwanda, altrettanto preparati”. Lo stesso vale per la “Holy family” dove non manca una corretta assistenza scolastica e medica. La nuova casa famiglia avrà requisiti “da adulti”: sarà equipaggiata come una fattoria con allevamenti di animali e campi di agricoltura per poter consentire ai suoi ospiti di effettuare attività produttive. “Anymore si occupa di questi bambini – conclude Spignolo – anche con le adozioni a distanza che permettono di salvare delle vite con un piccolissimo contributo mensile, pari a 25 euro. E’ sempre gratificante sostenere la costruzione di un riparo, tutelare la crescita di chi invece sai che non potrebbe farcela”. Sarà possibile aiutare il progetto attraverso “Impara L’arte ma Non metterla da parte”, l’iniziativa che il centro “Senza Frontiere”, per il quarto anno consecutivo, organizza, dal 6 al 9 dicembre presso il Forte Ogliastri, a favore degli artisti messinesi e che raccoglierà i relativi fondi.

Nel frattempo, i giovani che hanno partecipato all’avventura formativa riconoscono un alto valore a tutto il progetto ed intendono trasmettere questo messaggio di positività a chiunque si senta “massacrato” dall’attuale crisi sociale.

                                                                        

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