Giuliana Sgrena: Per le religioni monoteiste la donna deve solo tacere


Giuliana Sgrena

Lancia un input di discussione sulla religione, Giuliana Sgrena, col suo nuovo libro dal titolo provocatorio Dio odia le donne, edito da Il Saggiatore, presentato ieri alla Feltrinelli di Catania nell’incontro organizzato dal Circolo Uaar, coordinato dalla giornalista Melania Tanteri, alla quale ha preso parte anche la docente universitaria Graziella Priulla.

Un evento un po’ sopra le righe, dove il tema scottante della condizione femminile, analizzato nel libro della Sgrena, ha surriscaldato gli animi della platea generando una discussione sulla condizione della donna. “Bisogna imparare a guardarsi con i propri occhi e non con quelli degli altri, libertà da se stessi che crea libertà dagli altri” sostiene Graziella Priulla che mira all’essenza delle cose, arrivando a confessare “Preferisco una ministra velata a una ministra che prende ordini dal presidente del consiglio”.

Si parla della donna emancipata, della donna velata, della donna uccisa e della donna prostituta. “La donna è stata vittima della religione – racconta invece la giornalista Giuliana Sgrena convinta che “la religione nei fatti e negli avvenimenti di cronaca del nostro quotidiano c’entra più di quanto si pensi”.

Un’analisi atea Dio odia le donne della visione della donna attraverso la religione e il mito, un libro fatto di racconti di esperienze personali da una parte e di analisi dall’altra.

Il testo è una considerazione sulla questione femminile nelle tre grandi religioni monoteiste, attraverso i testi scritti dagli uomini che hanno tutti un punto in comune “la donna deve tacere, la voce della donna è la sua nudità”.

Un discorso quello sulle donne che fa ancora paura, sostiene la Sgrena, un argomento con molti tabù come quello della mestruazione difficile ancora da estirpare.

Dio odia le donne è un saggio che ha lo scopo di parlare dei motivi che hanno indotto gli uomini a considerare la donna come un essere inferiore” un testo dal titolo volutamente provocatorio che ha l’obbiettivo di cercare di superare questa situazione di sottomissione femminile, l’affermazione di uno stato laico che secondo la Sgrena è la sola possibilità.

Un dibattito che ha suscitato l’interesse e la partecipazione di tutta la platea, un argomento che rimane sempre di grande attualità.

Articolo di Marta Mangione

Articolo Precedente Ragusa Foto Festival: al via la quinta edizione
Articolo Successivo Silvia Tardy: Porto a Favignana gioielli unici

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *