“Cucine d’Italia”: un’imprenditrice messinese tra le vincitrici


Silvia Famà

Silvia FamàCucine d’Italia è molto più di un evento, è un concept culturale, un viaggio verso l’innovazione, un valido network capace di costruire cose che durano nel tempo”. Così commenta il suo originale progetto SiIvia Famà, imprenditrice siciliana di successo nel settore dell’arredo che ha ricevuto, recentemente a Roma, un prestigioso riconoscimento per il Concorso “Idee in rosa”. La giovane talentuosa è stata scelta insieme ad altre 5 donne in carriera, provenienti da tutto il Paese, per rappresentare il meglio dell’imprenditoria “in rosa” nell’annata 2011 ed è stata premiata in occasione del convegno internazionale “Leadership al femminile: la donna come capitale aziendale”.

 

 

Il suo format mette in primo piano la cucina come trade union tra le varie regioni e province, reinterpretata come forma d’arte per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. In pratica, la Famà ha messo su un enorme “spettacolo” la cui scenografia è la cucina, in tutti i suoi materiali più vistosi o minimali e in cui si incastrano l’ingegno dei designer, l’intraprendenza degli industriali, l’estro di pittori, scultori, attori e registi, ballerini, fotografi e chef. A curare la direzione artistica dell’evento è stata Solvi Stubing, attrice, produttrice e, in passato, anche esponente politica. Segno che la leadership al femminile dà buoni frutti.

Giusto per dare un’idea, “La prima edizione di Cucine d’Italia – ha sottolineato la Famà – si è svolta lo scorso luglio, nella magnifica cornice del Macro, nel cuore della Roma testaccina, dove i cocci della Roma antica si mescolano a quella di fine Ottocento. Tutto questo ha richiamato imprenditori e pubblico da ogni parte della Penisola al fine di valorizzare il Made In Italy”.  

 

Cosa l’ha attratta del settore dell’arredo e cosa l’ha spinta verso altre forme d’arte?    

“La poesia, la storia che passa attraverso le cucine, gli utensili, l’arredamento di una volta. Le nonne che cucivano mentre le madri preparavano le minestre nei pentoloni. I figli che correvano intorno a un tavolo o dondolavano sulle sedie di legno e corda. Questi possono essere gli aspetti nostalgici di una cucina del passato. Ma ho sempre visto la cucina come un territorio che può raccontare molto, in continua evoluzione, forse perché è il più vissuto di una casa. Attraverso questo pensiero, mi sono mossa in un ampio spettro d’azione che mi ha avvicinato ad altri progettisti, fino ad arrivare agli artisti.”

 

Come giudica il salto dalla sua terra d’origine a Roma dove risiede da tanti anni?   

“E’ stata dura – ha riferito – lasciare la mia città per seguire i miei sogni ma è, tuttora, un’esperienza indimenticabile. Non riuscirei a vedere diversamente la mia vita se non in mezzo alla progettualità di ambienti e complementi d’arredo. Certo, non dimentico di aver vissuto in riva allo Stretto di Messina. E chi potrebbe dimenticare quello scenario. Ma, forse, quello scenario è sempre dentro di me e lo porto dentro ad ogni nuovo progetto”.

 

Silvia Famà dunque ha saputo ricavare dal suo background il meglio e proponendosi in un settore tanto rischioso quanto ricco di soddisfazioni.

Si sente di avere raggiunto i suoi obiettivi professionali? 

“Ho costituito la società Event Italian Styleha spiegato l’imprenditrice per esprimere la mia creatività e la mia voglia di abbracciare diverse culture italiane, attraverso uno stile unico che possa essere riconoscibile nel mondo. Questo marchio è diventato distintivo di scenografie originali e, a volte, sperimentali, di spazi suggestivi innalzati per nuovi set. È come se mi trovassi dietro a una macchina da presa e costruissi una nuova regia, un nuovo contesto, adattati ogni volta al film che sto girando. E ne ho fatto una fonte di guadagno, oltre che una gratificazione personale”.

La determinata Famà ha sviluppato un’idea brillante per mettere in piedi il suo piccolo “impero”. A pensarci bene è alla base del concetto d’impresa: partire da una buona idea e saperne progettare il futuro. Inoltre, la siciliana ha sposato un uomo che è titolare di una famosa azienda d’arredamento nel panorama romano.

 

Il gusto italiano è apprezzato ovunque … Quindi il progetto Cucine d’Italia si ispira alla tendenza del mercato internazionale o c’è di più?  

“Sotto l’esigenza pressante della globalitàha continuato l’art directorsi possono inventare nuovi mestieri e mostrarli in una vetrina d’eccezione come quella messa a disposizione dalla mia azienda. Un esempio è il grande talento della foodblogger fotografa Elisa Ceccuzzi che sarà presente anche quest’anno. Ma, durante la mostra Unicità d’Italia del 2011, ci sono stati anche i flower e cake designer”.   

“Occhio ai progettisti dell’ambiente cucina – ha comunicato – Le migliori aziende produttrici lanciano ai “professionals” una sfida: “la cucina d’Italia del futuro progettala tu!”. Si tratta di un concorso d’architettura ovvero “Premio Future 2012”, rivolto a tutta l’Italia e ai talenti under e over 35 della manifestazione “Cucine d’Italia 2012”.

 

La cucina, in questa ottica, si trasforma in un luogo di scambio ideologico, forum della cultura e, perché no, anche di opportunità di lavoro per chiunque sappia coglierne il valore: il territorio, le aziende, i partner commerciali, i partner tecnici, i media partner.

“Cucine d’Italia – ha concluso la Famà – mira ad organizzare occasioni di incontro lodando le eccellenze del nostro Made in Italy nel settore del design industriale che ci ha visti sempre protagonisti anche all’estero. Il territorio italiano è pieno di eccellenze, fra queste le ceramiche di Capodimonte ma anche i vetri di Murano, le cantine del Piemonte e quelle Siciliane dove ogni mestiere è un’arte e viene svolto e tramandato con passione e sapienza”.

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