L’associazione Persone Down interpreta “Il piccolo principe”


aipd persone down

Non sempre tutto ciò che è visibile si rivela essenziale. Anzi, non lo è quasi mai. Questa è una delle lezioni più semplici e profonde che abbiamo appreso da “Il piccolo principe”. E non a caso la compagnia teatrale “Bagnati di Luna”  AIPD (Associazione Italiana Persone Down) di Catania ha preso ispirazione dal capolavoro di Antoine de Saint Exupéry per dare vita a “Invisibile agli occhi”, spettacolo teatrale che andrà in scena il 19 e il 20 maggio alle ore 20.30 presso la sala De Curtis di Catania.

La regia è affidata a Giuseppe Calcagno, al suo primo assoluto lavoro in veste di regista, in collaborazione con Paolo Filippini. I due saranno presenti sul palco  insieme ai tre giovani protagonisti con sindrome di Down.” Lo spettacolo − spiega Calcagno − è frutto di tre mesi di prove fatte di divertimento ma anche di sacrifici e fatica. L’attività ha avuto due momenti principali: un primo lavoro di gruppo che ha coinvolto tutti gli attori della compagnia (in tutto sono una ventina) nella lettura e nell’approfondimento dell’opera di Saint-Exupéry; il secondo momento è stato incentrato su un uno studio più attento e raffinato ed ha impegnato i tre protagonisti dell’esibizione, Marco Cinque, Daniela Teriaca e Emanuele Basile. Questi giovani non sono di certo attori alle prime armi, visto che recitano con grande passione da più di 15 anni. Uno degli scopi del nostro lavoro è raccogliere fondi per permettere la prosecuzione dell’attività di questa compagnia meravigliosa. Per questo, chiederemo agli spettatori un contributo volontario, partendo da un minimo di sei euro che serviranno per coprire le spese dello spettacolo”.

Giuseppe Calcagno e gli attori
Giuseppe Calcagno e gli attori

La spinta curiosa verso nuovi mondi, un viaggio tra pianeti e asteroidi, l’amore, l’amicizia, l’attenzione verso l’altro e i legami: questi sono soltanto alcuni dei temi racchiusi in una rappresentazione che metterà insieme recitazione, musica e danza. I gesti e i movimenti del corpo saranno fondamentali per arrivare dritti al cuore di chi assiste. Sarà proprio lo spettatore a giocare un ruolo chiave poiché la rappresentazione non si prefigge di certo lo scopo di consegnare un messaggio unico ed “impacchettato”. L’interpretazione dipende dalla sua sensibilità e dalla sua capacità di guardare al di là del visibile.

I costumi di scena, curati da Daniela Fichera (tecnico audio e luci), avranno uno stile vagamente orientale, in base ai riferimenti presenti in una storia ambientata nel deserto e che richiama a tramonti lontani. Ma anche per i costumi si tratta di un cenno che lascia spazio alla libera interpretazione dello spettatore che può generare visioni, fantasie e significati personali.

Un fatto è certo: il lavoro mira ad abbattere le barriere dell’età,  del sesso e della condizione genetica, rendendo la diversità unicità e quindi un valore aggiunto.E di questo ne è convinto anche Giuseppe Calcagno, che conosce nel profondo gli attori con sindrome di Down della compagnia Bagnati di Luna. “I membri della compagnia teatrale sono parte integrante della mia vita e  – racconta il regista − per me, rappresentano una grande possibilità di crescita. Si tratta di persone straordinarie dotate di una rarissima qualità: essere profondamente liberi e diretti rispetto al loro sentire, alle loro emozioni. L’elemento sorprendente è che non riescono a portare rancore, sono privi di filtri o pregiudizi nei confronti della realtà o delle persone ed e io cerco di farmi contagiare da loro per demolire i miei schemi mentali.”

E prosegue ancora “Il titolo dello spettacolo Invisibile agli occhi si adatta perfettamente a queste persone speciali. Loro rendono veramente visibile ciò che spesso risulta invisibile ai nostri occhi, ovvero il cuore. Infatti, è nella loro natura riuscire ad esprimere l’essenzialità delle cose e lo fanno attraverso umori che possono essere molto forti. E così vivono  grandi amori, grandi amicizie e talvolta grande disperazione. Non esistono mezze misure nei sentimenti che provano: tutto è vissuto intensamente.”

Articolo di Rosita Cipolla

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