La situazione rifiuti a Catania era e rimane drammatica, cosi almeno ci dicono i dati ufficiali (ISPRA, Comune di Catania – Assessorato Ecosistema Urbano e Catasto Rifiuti Nazionale). Nel 2013 la percentuale di raccolta differenziata è stata inferiore al 10% e nel 2014 lievemente superiore al 11%. I dati del bimestre gennaio/febbraio 2015 mostrano un dato in linea, anzi lievemente più basso.

Questo ciò che è emerso dal convegno sul tema “Differenziata: Catania può ancora aspettare?”, organizzato da Adiconsum Catania, in collaborazione con Cisl e il dipartimento di Scienze politiche dell’Università, che ha anche evidenziato come la produzione pro-capite di rifiuti resti a livelli elevati. Ogni catanese infatti ha prodotto quotidianamente circa 1,8 kg di rifiuti, raggiungendo, anche quest’anno, la vetta della classifica nazionale tra i maggiori produttori di rifiuti.
“I ritardi delle amministrazioni di questa città, compresa l’attuale, sono del tutto evidenti e il panorama su cui si inseriscono i buoni propositi è dunque cupo – ha detto Emanuele Bonomo, presidente Adiconsum Catania -. Questo detto, siamo comunque lieti nel registrare che, a poche ore dal nostro convegno, il Comune abbia annunciato l’avvio della sperimentazione della raccolta porta a porta a Santa Maria Goretti per la seconda metà del mese di giugno; l’avvio della raccolta porta a porta nell’area della Fiera, una volta ultimato il censimento degli operatori; l’avvio della raccolta porta a porta nel mese di ottobre di quest’anno nella zona di pertinenza comunale ed infine, nel marzo del 2016, con il nuovo bando, la raccolta porta a porta nell’intero territorio cittadino”.

Rimangono da chiarire, secondo l’associazione dei consumatori, le scelte dell’amministrazione. Essendo stato infatti già annunciato un preciso crono-programma, che cambierà radicalmente il modello di raccolta, non si comprende se le iniziative di Santa Maria Goretti e della Fiera siano una sperimentazione o una effettiva e graduale introduzione del nuovo modello.
L’Adiconsum ha dunque chiesto all’amministrazione comunale se abbia preso una decisione definitiva e quindi Catania dovrà prepararsi al cambiamento, oppure se, per qualche mese ancora, la stessa dovrà convivere con diversi tipi di raccolta e gestione dei rifiuti, in attesa di un responso definitivo sulla sperimentazione.
Differenziata, si aspettano segnali chiari
“Nel primo caso – ha concluso Bonomo – attendiamo una comunicazione chiara circa i processi e i costi del nuovo modello che dovrebbero essere, all’amministrazione, già noti, nel secondo invece aspettiamo i risultati dei test, per capire se, il modello sperimentato, potrà essere effettivamente esteso a tutta la città, in che tempi e con quale impatto sul piano economico e finanziario”.
A concludere i lavori il presidente regionale Adiconsum Vincenzo Romeo che ha affermato:
“Catania non è certo un caso isolato nel contesto siciliano. Infatti tutte le grandi città dell’isola vivono situazioni pressoché drammatiche. Si pensi alla condizione che vive Messina o i gravi e annosi problemi che affronta da anni lo stesso capoluogo. Occorre un intervento deciso a livello regionale, capace di superare le molteplici difficoltà spesso frutto di cattive gestioni e di dare finalmente alle grandi città dell’isola una strategia seria ed efficace che sappia con coraggio affrontare il problema dei rifiuti”.
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