I dipinti di Herman Normoid in mostra a Palermo


El lago del rosedal de Buenos Aires_2010 di Herman Normoid
El lago del rosedal de Buenos Aires_2010 di Herman Normoid

Il Polo Museale Regionale d’Arte moderna e contemporanea di Palermo, accogliendo la proposta dell’Accademia Nazionale d’Arte Antica e Moderna, esporrà negli spazi espositivi della Cappella dell’Incoronazione, dall’11 novembre al 12 dicembre del 2016, i dipinti di Herman Normoid, artista del quale l’Accademia stessa conserva l’archivio delle opere. Edito dall’ONLUS con sede a Roma, il prezioso catalogo della

Miss Sakamoto
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mostra, dalla singolare grafica dell’argentino Alejandro Fernandez Vales, si sviluppa nella forma di una lunga intervista, rilasciata da Herman Normoid al critico d’arte Roberto Luciani. Attraverso questo testo il lettore può ricostruire il percorso seguito dall’artista per arrivare a realizzare opere tanto coinvolgenti, restituendo la figura di un outsider slegato dalle mode artistiche dell’ultima ora, e forse per questo così intrigante.

L’Assessore Regionale ai Beni Culturali e all’Identità siciliana, Carlo Vermiglio dichiara: “Con l’esposizione dedicata a Herman Normoid Palazzo Riso continua l’esplorazione di artisti particolarmente stimolanti per ricerca espressiva e capacità di sondare i paesaggi interiori dell’esistenza umana. L’allestimento nella Cappella normanna dell’Incoronazione costruisce un’intrigante relazione tra antico e contemporaneo in una ideale prospettiva di consonanze e continuità valorizzando uno dei monumenti più significativi dell’itinerario arabo normanno di questa città ”.

“Il Museo Riso – afferma Valeria Patrizia li Vigni, direttrice del Polo Museale – nell’ottica di intraprendere nuovi percorsi, con la mostra di Herman Normoid, dà voce ad un artista outsider che indaga con le sue sperimentazioni visive il mondo della psiche”.

L’essenziale allestimento progettato da Mariella La Guidara, che ben si adatta alla sacralità della storica Cappella di età ruggeriana, segue il suggerimento del curatore della mostra, Riccardo Culotta, il quale disarticola la produzione più recente di Normoid, riservando alle vedute fantastiche la navata e facendo sbucare dal buio della cripta la serie dei volti femminili.

Philippe Daverio presenta le “linee genetiche” medio-orientali di Herman Normoid (nasce al Cairo da madre Iraniana) e prova a inquadrarne lo “sviluppo successivo” tra Roma e Buenos Aires, mentre lo psichiatra Carlos Barès mette a nudo la sua sfera emotiva, restituendoci una sviscerante analisi psicoanalitica dei paesaggi interiori delle sue opere. I loro due contributi sono strumenti interpretativi messi a disposizione del visitatore con lo scopo di fornire una lettura non didascalica della mostra e più in generale dell’opera di questo artista “misterioso”, che Daverio vede “sull’orlo di una nuova sperimentazione visiva” nella quale “si forma un cosmo della fantasia dove il colore pieno, gli spessori della materia e il gesto che la modifica diventano spazio per una nuova dimensione”.

Come evidenzia lo psichiatra bonaerense, “tutte le varianti di spessore e tessitura delle spatolate”, caratterizzanti la tecnica esecutiva adoperata da Herman Normoid, “parlano delle problematicità, della complessità della vita cosciente e incosciente e del difficile equilibrio tra le due”.

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