Tra Terra e Cielo. Il progetto che valorizza le bellezze dell’isola


tra terra e cielo

C’è stato un tempo in cui in Sicilia non c’era “tolleranza” delle diversità, ma una partecipazione sociale condivisa dell’appartenenza, una confluenza di culture diverse che nell’arte trovano la loro massima espressione.  A pochi mesi dall’ingresso nella World Heritage List dell’Unesco del Percorso Arabo Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale, si svolgerà  per tutto il mese di novembre Tra Terra e Cielo. La visione trascendente, percorsi Arabo Normanni tra  Monreale, Palermo e Cefalù, una iniziativa direttamente promossa dalla Regione Siciliana – Assessorato Beni Culturali e Identità siciliane (Servizio VI –Valorizzazione del Patrimonio culturale del Dipartimento Beni Culturali) con la Sovrintendenza BB.CC. di Palermo, realizzata da Mda Produzioni Danza in collaborazione con i Comuni coinvolti e le Diocesi di Palermo, Cefalù e Monreale, che è stata presentata stamattina nella Sala Rossa dell’Ars a Palazzo dei Normanni.

Tra terra e cielo, alcuni degli artisti che prenderanno parte al progetto
Tra terra e cielo, alcuni degli artisti che prenderanno parte al progetto

Il Palazzo Reale con la Cappella Palatina, il Palazzo della Zisa, il Ponte dell’Ammiraglio e poi le costruzioni dedicate al culto, cioè la chiesa di San Giovanni degli Eremiti e quella di San Cataldo, la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, la cattedrale di Palermo, la Cattedrale e il chiostro di Cefalù e Monreale, sono opere che surclassano ogni definizione che le circoscriva all’ambito dell’architettura, dell’estetica, dell’arte o della storia.  Per il progetto Tra Terra e Cielo. La visione trascendente  tra Monreale, Cefalù e Palermo dall’11 al 27 novembre saranno organizzati 18 iniziative a ingresso gratuito che invitano il pubblico ad approfondire in modo “diverso” la conoscenza di questi luoghi attraverso un approccio esperienziale fatto di musica,  danza,  teatro e workshop, affinché si possa vivere una “permanenza nella visione”.

Come diceva il pittore svizzero Paul Klee “Scopo dell’arte non è rappresentare il visibile ma rendere visibile l’invisibile”. Da questa suggestione è nato il progetto che invita il pubblico tutto, laico e credente, ad approfondire la conoscenza di questi luoghi attraverso esperienze diverse, per riuscire ad avvicinarsi in modo “nuovo” a un patrimonio che “supera se stesso”  in ogni contesto, che si ripropone originale e autentico in ogni epoca, moda o cultura, perché da sempre estraneo alla rigidità di un solo canone e intimamente ispirato alla solarità e sensualità propria del Mediterraneo. La trascendenza non è uno stato, ma una dinamica: in senso cristiano, spirituale, animistico, comunque apre un varco verso un altrove e inaugura così un nuovo corso. Protagonisti di questo primo progetto, oltre ai contributi scientifici, conoscitivi e specialistici,  saranno la danza, la musica, la

Tra terra e cielo, alcuni degli artisti che prenderanno parte al progetto
Tra terra e cielo, alcuni degli artisti che prenderanno parte al progetto

poesia e il teatro, per far sì quelle opere tornino a essere “luoghi e spazi de la vita di omini e donne per cui vennero pensati”. Perché  la visione trascendente, che nulla ha a che fare col primato dell’immagine della nostra epoca, è strettamente correlata all’esperienza visiva e sensitiva che l’opera suscita nella persona: all’ombra di cattedrali, negli interni vertiginosi, nella silhouette che si staglia sul panorama, lo stupore per la quantità e la qualità di forme e cromatismi, il senso di apprensione per quanto il nostro occhio potrà cogliere e per quant’altro perderà. E’ una visione distante dalla contemplazione, perché ci si ritrova catturati in una serie infinita di rimbalzi, dal particolare al totale, e in questo dinamismo – non solo ottico – si sorpassa il limite della conoscenza e della realtà tangibile.

«Questa iniziativa si inserisce in un progetto più ampio – ha detto Aurelio Angelini, direttore in Sicilia della Fondazione Patrimonio Unesco –  che intende valorizzare il patrimonio culturale della Sicilia, regione che vanta il maggior numero di siti riconosciuti patrimonio Unesco. Ora è nostro compito fare in modo che questo riconoscimento non sia solo “formale” ma che diventi valore per tutta la comunità, ed elemento di coesione del nostro territorio. Nel 2016 infatti sono previste una serie di iniziative che riguarderanno proprio i siti Unesco che avranno come punto di forrza il binomio valorizzazione e tutela»

 

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