Non me ne voglia Vico per l’assonanza, ma in Italia si sa, per ogni concorso che si rispetti ecco pronto il ricorso che ti aspetti. Ma che bella coppia questa, di fatto certo, un duo storico e altrettanto inscindibile, CONCORSO & RICORSO, un amore che durerà in eterno. Ed è emergenza per il Miur che nonostante il canale concorsuale attivato ad hoc non sarebbe riuscito a selezionare i docenti necessari a coprire le cattedre dell’imminente nuovo anno. Orizzonte scuola parlerebbe addirittura di 10.500 posti ancora vacanti sui 63.712 messi a bando per il prossimo triennio. Peccato che mancano solo due settimane allo start delle lezioni e, udite udite, solo 300 commissioni su 800 avrebbero completato la correzione degli elaborati scritti.
Ma la solfa non è fresca e alla nenia siamo avvezzi. Nulla di nuovo nella logistica e nel timing rispetto al concorsone 2012, quando la gestione dei tempi di correzione -per alcune classi di concorso- non rispettò quelli del bando. Beh lì si perdette un anno intero in cattedre di ruolo non assegnate ed ora che succederà? Saranno ancora i precari il refugium peccatoribus delle inadempienze ministeriali? Ancora non ci è dato rispondere, ma una cosa è certa il numero dei concorsisti bocciati ha di gran lunga superato le aspettative e i ricorsi non tarderanno ad arrivare intasando, di burocrazia, il caotico motore della scuola italiana già attualmente ingolfato da contenziosi per la mobilità e richieste di assegnazioni provvisorie. Ed è così che il “corri corri” per l’accaparramento del posto sottocasa è già partito. In una pol position, triste a dirlo, tutta di bisogni e ricongiungimenti in cui l’art. 7, comma 1 del CCNI sulla mobilità annuale fa da padrone.
Concorso scuola, la polemica
Ed è polemica su tutti i fronti, anche di chi tralascia i ricorsi per ricorrere alla propria abilità scrittoria nel desiderio di far presa sui lettori. Critiche, forti e accuse come quella di una docente di fase C che si è vista assegnare un posto di potenziamento, nella A058 scienze agrarie, in un ambito piuttosto che in un altro da lei richiesto in maniera prioritaria secondo i dettami previsti dalla L. 107/2015. Una dinamica che –a suo dire- avrebbe visto “salvare” i docenti di diritto a danno di alcune classi di concorso quali la sua.
Ed è anche polemica, manco a dirlo, su domande e consegne poste, su performances richieste. Articoli che hanno fatto parlare di sé, da Stella a Della Loggia. Chi ha parlato di tempi di risposta inadeguati a discapito della concretezza dei quesiti, chi di impreparazione dei docenti, chi delle commissioni, chi addirittura di “sbaglio” – così Alessandro Vitti, uno dei responsabili del coordinamento nazionale del TFA, su Orizzonte scuola- “bando e griglie pubblicate in ritardo, commissioni raffazzonate e modificate in corso d’opera” … “Selezionare si deve, anche in maniera severa se necessario, ma i criteri devono essere scientificamente inattaccabili. Questo concorso non lo è.”
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