Valle del Dittaino, un anno di pane a chi ne ha bisogno


valle del dittaino
Foto Martina Lo Giudice

“Oggi è un giorno di grazia per tutti quanti noi. In questi tre anni qui a Catania, insieme ai fratelli, abbiamo sperimentato l’amore di Dio che si manifesta attraverso gesti concreti e quello di oggi è la manifestazione certa del suo amore e del fatto che Lui non si dimentica di noi”. Si apre con le parole di padre Mario Sirica, la conferenza stampa – tenutasi stamane alla Locanda del Samaritano a Catania – dedicata all’anniversario dei 40 anni della Valle del Dittaino che ha deciso di donare un anno di pane alla locanda e un contributo alla costruzione della casa di Toti, un albergo etico che sorgerà a Modica, per ospitare le persone affette da disabilità.

Un momento della conferenza stampa della Valle del Dittaino. Foto Martina Lo Giudice
Un momento della conferenza stampa della Valle del Dittaino. Foto Martina Lo Giudice

“Il volto della povertà, come dico spesso, è cambiato” continua padre Mario, rivolgendosi alle famiglie, anche italiane, che vivono nella locanda, struttura di accoglienza che ospita circa 80 homeless tra uomini, donne e bambini. Questo centro ospita anche molti ragazzi (poco più che maggiorenni) soprattutto egiziani, con la voglia di mettersi in gioco, nel lavoro e nella vita. Successivamente, Nino Grippaldi – presidente della Valle del Dittaino – ha illustrato l’iniziativa dell’azienda spiegando che “Pandittaino è una cooperativa agricola che si occupa del soddisfacimento del bisogno più semplice: avere il pane sulla nostra tavola. E così abbiamo deciso, in occasione del quarantesimo anniversario che sarà domenica 22 maggio, di fare quello che sappiamo fare meglio”. Inoltre, la ditta di Grippaldi, ha versato un contributo per il progetto di Muni Sigona, madre del diciassettenne Toti, affetto dall’età di due anni da una forma rara di autismo. “Quindi io ringrazio voi tutti perché ci date l’opportunità di dare un senso a quello che è il concetto di cooperazione, di solidarietà, di stare insieme” conclude il presidente di Pandittaino. A prendere la parola per ultima è proprio Muni Sigona, rimasta orfana di padre appena maggiorenne (morto suicida per colpa della mafia) e presidente della casa di Toti: seguita da tutor specializzati, questa stessa comunità composta da ragazzi disabili e meno fortunati, gestirà l’albergo etico. Sia l’albergo che la comunità sorgeranno all’interno di una masseria del Settecento, l’antica casa di famiglia della signora Muni. “Bisogna sforzarsi ogni giorno di trovare strade nuove che permettano con tanto amore e tanta pazienza di stare vicini al mondo dei nostri figli perché quando noi genitori non ci saremo più, voglio che loro abbiano un futuro certo” spiega Muni, e continua “questo progetto sta andando avanti grazie a donazioni da parte di privati e aziende siciliane dal cuore grande”.

Alom Mohamed. Foto Martina Lo Giudice
Alom Mohamed. Foto Martina Lo Giudice

A raccontarci invece la sua esperienza diretta è Alom Mohamed, una ragazza 33enne che vive alla Locanda del Samaritano. Sorriso smagliante e risata acuta, Alom – nome che significa “scienza” – viene dal Sudan dove faceva l’infermiera. Circa 10 mesi fa, ha deciso di venire qui in Sicilia, insieme al marito per costruire un futuro migliore e magari anche una famiglia. La locanda di padre Mario l’ha accolta a braccia aperte e la giovane Alom ha avuto modo di sperimentare l’affetto immenso di queste persone verso il prossimo. Al momento non ha bambini ma spiega che ne vorrebbe due, preferibilmente femmine. A giugno affronterà l’esame di terza media e già sogna il suo futuro: adora la storia e proprio per questo le piacerebbe fare la guida turistica, soprattutto a Catania, e tal proposito vorrebbe imparare tedesco, spagnolo e francese. Per il momento si “accontenta” di parlare arabo, inglese e italiano. Ma il suo sogno più grande è quello di visitare Venezia, perché curiosa di vedere come vivono le persone in una città senza macchine.

Articolo di Martina Lo Giudice

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