Mondiali di calcio 2022. È davvero finita la magica estate italiana?


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Quella che sembrava non dover finire mai, quella che ci ha regalato emozioni, soddisfazioni e grandi trionfi sportivi? Dov’è la nostra magica estate italiana? Quindi il sogno di partecipare ai Mondiali di calcio 2022 è finito? È davvero finita? Sembrerebbe proprio di sì. 

Sembrerebbe che tutta la forza, la grinta, la voglia e, mettiamocela pure, quel pizzico indispensabile di buona sorte, si siano dissolte in un soffio di vento. Sparite, dileguate, disperse. O forse risucchiate nell’imbuto della strana partita condotta dagli azzurri in campo, peraltro contro la modesta Macedonia del Nord.

Gli undici di Mancini sono stati capaci di creare ben 32 occasioni da goal, ma un muro difensivo impenetrabile ha di fatto impedito il concretizzarsi di ogni giocata. Qualsiasi tiro degli azzurri ha incrociato un piede, una gamba, un colpo di testa, capaci sempre di sventare la minaccia. Sfortuna? Forse sì. O meglio, non solo. Perché ad esempio il tiro ciabattato da Berardi nel primo tempo a porta vuota, forse non è un semplice errore, e, senza buttare la croce addosso a nessuno, forse denunciava anche poca determinazione.

Fatto sta che i campioni d’Europa, quella sera, non sono mai stati all’altezza. Lecito quindi fare delle considerazioni. La prima fra tutte, se analizziamo la partita di Palermo, è che Mancini ha commesso un errore. Grave, gravissimo. Spesso commesso anche da altri suoi predecessori e che, come lui, hanno condotto l’Italia ad un qualsiasi trionfo. Mi riferisco al debito di riconoscenza.

Il Mancio ha schierato i senatori, coloro che lo hanno portato sul tetto d’Europa, una formazione che si è mostrata satolla, presuntuosa e arrogante. Fatta di calciatori poco motivati e non al meglio fisicamente, lasciando in panchina giovani di belle speranze. Barella, Mancini, Insigne e lo stesso Immobile sembravano le controfigure dei guerrieri scesi in campo agli europei di luglio. Una compagine che si proiettava già alla gara successiva, pensando di archiviare la pratica macedone con un trionfo, e già pronti a chiedersi piuttosto chi tra Turchia e Portogallo avrebbe incrociato il suo cammino.

Mondiali di calcio 2022: il grave errore

E che quindi ha sottovalutato l’avversario sin dalle dichiarazioni pre-gara. Eppure, lo sapevamo che la Macedonia del Nord appena lo scorso anno, aveva sconfitto la Germania a domicilio, ma non abbiamo dato il giusto peso alla cosa, pensando comunque di essere i campioni d’Europa in carica. L’errore grave commesso dal nostro allenatore fa il paio con i due tiri dal dischetto sbagliati da Jorginho nei due incontri con la Svizzera, che ci avrebbero evitato sin da subito questa penosa situazione, facendoci andare in Qatar con l’ingresso dalla porta principale. Ma tant’è.

Ci sarebbero poi una serie infinita di considerazioni che si ripropongono (sempre uguali) ad ogni cocente sconfitta della nazionale. Mi riferisco al numero degli stranieri presenti nelle squadre di club, e che effettivamente dovrebbe essere ridotto; alla riluttanza dei vari team nell’accettare pause del campionato per favorire incontri della nazionale; alla creazione di vivai mirati, capaci di accogliere e favorire la crescita di giovani talenti, e di cui davvero (specie nel ruolo cardine del centravanti), c’è un’evidente carenza.

Mondiali di calcio: il prossimo impegno degli azzurri

Il prossimo impegno di martedì della nazionale in Turchia, con l’altra delusa del mancato mondiale, sa proprio tanto di beffa. Che ci andremo a fare non si sa. Ma potrebbe essere l’ultima partita di Roberto Mancini sulla panchina dell’Italia. Perché ovviamente nel calcio a pagare è sempre l’allenatore e in tanti chiedono la sua testa e quella del presidente Gravina. E se è vero com’è vero che lui di errori ne ha commessi, è vero pure che ha dato un’anima alla squadra di sbandati lasciata da Ventura, portandoli alla meritata conquista del titolo continentale. I nomi che circolano per l’eventuale sostituto fanno rabbrividire. C’è qualche nostalgico che vuole un ritorno al passato, e c’è pure chi caldeggia un nome giovane ma con poca esperienza. Noi speriamo invece che il Mancio resti e che possa fare tesoro dei suoi sbagli, anche se la lezione da imparare è davvero molto, molto dura.

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