Iante, la nascita di un gigante.Piece innovativa per raccontare l’Etna


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Da sinistra Marco Neri e Vito Sorbello. Foto Brunella Bonaccorsi

Metti una cornice naturale, il mare d’estate, i Faraglioni di Trezza e il castello di Aci, e poi ancora musiche di sottofondo, il mito, la scienza, immagini e voci. Così Iante, neonata associazione per la valorizzazione e la promozione dell’ambiente, con un motto che inneggia alla collaborazione con gli attori del territorio, in nome della cultura e dell’arte, ha debuttato ieri con un evento sulla nascita del vulcano.

Nella foto  Vito Sorbello  dell'associazione Iante. Foto Brunella Bonaccorsi
Nella foto Vito Sorbello dell’associazione Iante. Foto Brunella Bonaccorsi

Un modo peculiare per raccontare le radici della nostra terra, un racconto a due voci, quella di Vito Sorbello, professore di letteratura italiana al liceo, e quella di Marco Neri, primo ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sezione di Catania.

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Marco Neri. Foto Brunella Bonaccorsi

E non poteva che nascere da qui, dalle terre di Aci, l’attività di sensibilizzazione che l’associazione Iante si pone come impegno sul territorio “se pensiamo –afferma Sorbello- che proprio qui è nato il primo romanzo della letteratura marinara moderna italiana, I Malavoglia.”

Un viaggio virtuale tra due diversi modi di concepire il territorio, un’insolita connessione fra l’Etna e la Riviera dei Ciclopi, con un gigante a fare da trait d’union. Ma quale gigante? Sarà l’Encelado di cui parla Virgilio, o il Tifeo di Pindaro e Ovidio, a spiegare la geodinamica etnea? Beh forse Polifemo – aggiunge Sorbello- “che nasce dal mare come l’Etna ed ha quel solo occhio quasi a ricordare la bocca del vulcano”.

Da un lato la mitologia, dall’altro la scienza, due punti di vista apparentemente lontani, ma che forse così lontani non sono. Infatti, se “la mitologia è la scienza dell’antichità e gli antichi leggevano i fenomeni della natura attraverso i miti –continua il professore- alla base qualcosa di razionale e fondante c’è, perché la mitologia fonda civiltà, luoghi e segna perimetri”.

 

 Iante è stata una sfida, ma dopo 6 mesi…

“E’ stata una sfida –ha sottolineato Neri- inizialmente sembrava quasi impossibile collocare la mitologia nella scienza, ma dopo sei mesi di lavoro è venuto fuori questo dialogo a tratti inaspettato anche per noi, nella scoperta che forse gli scienziati moderni non hanno inventato tutto.”

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Marco Neri e Vito Sorbello dell’associazione Iante. Foto Brunella Bonaccorsi
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Foto Brunella Bonaccorsi

Così, sullo sfondo di una leggenda come prefigurazione storica, è iniziato il viaggio di Iante alla scoperta dell’Etna, dalla tettonica delle placche ad Esiodo, dall’Odissea di Omero ad Aristotele e poi ancora fino a Tucidide, Papa Gregorio Magno ed Hölderlin, in un flusso ininterrotto di storia e leggenda, mito e scienza, in cui l’Etna è apparsa “come un meraviglioso quadro di De Chirico in un contesto pieno di fascino”.

L’evento sarà replicato all’Arena della Villa Belvedere, Piazza Indirizzo di Acireale, il prossimo 28 Agosto.

 

 

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