Il museo-albergo “Atelier sul Mare” nella mostra fotografica “Luce e segni” di Giovanni Pepi


Dettagli che inquadrano giochi di luci e colori. Particolari che diventano segni all’occhio del visitatore. Suggestioni di cromie e riflessi che regalano differenti punti di vista, coinvolgendo il visitatore in un turbinio di emozioni. “Luce e segni” è l’ultima mostra fotografica, in ordine di tempo, del giornalista e condirettore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi. L’inaugurazione domenica 8 giugno, alle ore 11, nei saloni dell’hotel “Atelier sul Mare” di Antonio Presti a Castel di Tusa, in via Cesare Battisti 4. La mostra rimarrà aperta sino al 14 settembre.

Quaranta scatti che ripercorrono il viaggio del visitatore attraverso le stanze del museo-albergo realizzato dal mecenate siciliano. Un percorso tra le venti camere progettate e create da diversi artisti internazionali col risultato di capolavori unici. Venti opere d’arte “che – come racconta lo stesso Presti – sono pienamente realizzate solo entrando e abitando la camera. La presenza e l’uso delle stanze sono parte integrante e fondamentale di esse”.

E così la macchina fotografica di Pepi mitizza, esalta e focalizza con l’occhio di chi si abbandona ad ammirare le opere d’arte e con la volontà di rendere eterne visioni sfuggenti. “Scopro Atelier e Fiumara a cose fatte – racconta Pepi -. Quando le ragioni dell’arte si sono già imposte sui torti della politica. Penso ad una vacanza nello ‘strano’ albergo voluto da un mecenate ‘matto’. Vivo, invece, un indimenticabile incanto. Ogni stanza nasconde un’idea, un progetto, una visione, un sogno. Niente di uguale si vede da una porta all’altra”.

Alla base dell’iniziativa c’è “la politica della bellezza” di Antonio Presti, ossia l’idea che l’arte e la bellezza abbiano in sé una forte valenza etica e politica, siano fonte di rinascita e progresso delle comunità e contribuiscano alla crescita dell’individuo. “Sono qui per stupirmi – dice Presti -. Con lo stupore si inizia e anche con lo stupore si termina. Ma la bellezza si può manifestare solo se ti ricolleghi agli stati emozionali: al cuore, all’anima.  Ed è in quel cuore e in quell’anima che si trova la condivisione di un futuro. Le opere così non sono il fine, ma il mezzo. La cultura deve impegnarsi a consegnare conoscenza alle nuove generazioni”.

La mostra, organizzata dalla fondazione “Fiumara d’Arte con la collaborazione di Donatella Aiosa, ha come sponsor: Comune di Tusa, Giornale di Sicilia, Carti Sud, Azienda agricola Casaleni, Cottanera, Gelateria e pasticceria Di Noto Sicily, Donnafugata, Banca Don Rizzo, Pastificio Fratelli Gallo, La Fiumara, Panificio Portera Maurizio, Azienda agricola Sammataro Agata, Antica macelleria Sammataro Gaspare, Sapori e tradizioni Santino Miceli.

Il programma di domenica 8 giugno prevede un tour guidato per le Camere d’Arte dell’Atelier sul Mare, realizzate da artisti internazionali. Tra gli altri: Michele Canzoneri, Mario Ceroli, Paolo Icaro, Hidetoshi Nagasawa, la moglie dell’ex premier francese Danielle Mitterand, il puparo e cuntista Mimmo Cuticchio e lo stesso Antonio Presti. In programma anche una visita alla “Piramide 38° parallelo”. L’opera, realizzata dall’artista Mauro Staccioli, svetta su un’altura nel vicino territorio di Motta d’Affermo in quello stesso parallelo sul quale, nell’altro emisfero, passa il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud. Un’opera voluta da Antonio Presti quasi per voler riequilibrare la tensione conflittuale di un luogo con la sacralità dell’arte. E’ qui che ogni anno, nei giorni del solstizio d’estate, si svolge il “Rito della luce”. Rito che si ripeterà  anche quest’anno, il 21 e il 22 giugno. Un percorso fisico che diventa metafora di un percorso spirituale. Due giorni dedicati all’arte, dall’alba sino al tramonto. Lungo il percorso che porta alla Piramide si alterneranno le performance di un esercito di musicisti, cantanti, poeti e pittori… tutti vestiti di bianco. Obiettivo: cogliere il nutrimento della conoscenza attraverso la circolarità e la sacralità della luce.

Articolo Precedente Da Herbie, il Maggiolino tutto matto, ai furgoncini degli anni 60
Articolo Successivo Mimmo Mignemi: “In autunno in una nuova fiction”

Scrivi un Commento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *