Nina Di Nuzzo Micalizzi: Dicìa me’ nonna, munnu ha stato e munnu sarà


Nina Di Nuzzo
Nina Di Nuzzo

«Il Signore ogni tanto mi fa un regalo». E’ iniziata così la nostra intervista a Nina Di Nuzzo Micalizzi, autrice del libro Dicìa me’ nonna, munnu ha stato e munnu sarà, edito da La Moderna.
Presentato ieri nella sala Maria Grazia Cutuli della biblioteca comunale di Sant’Agata Li Battiati alla presenza del Sindaco Carmelo Galati e dell’Assessore Mario Pulvirenti, l’incontro ha visto moderatrici Pina Jannello, presidentessa regionale A.I.D.E. e Monica Consoli, giornalista sensibile ai temi della sicilianità.

Nina di Nuzzo
Nina di Nuzzo

«Da piccola avrei tanto voluto studiare, ma la necessità mi ha portata a fare la sarta –continua l’autrice- poi il Signore mi ha fatto un regalo e a sessant’anni la svolta, ho incontrato Ida Giulia La Rosa, l’ho sentita recitare una sua meravigliosa poesia e mi è venuto in mente il diario che, io stessa, avevo scritto 23 anni prima. E’ stata lei che mi ha spinta a scrivere. “E’ un peccato se non continui, mi ha detto, i ricordi sbiadiscono”. Così, con la sola quinta elementare, ho scritto il mio primo libro Aspri limoni e soavi gelsomini, ma poi un altro incontro, un altro regalo e ho scritto questo …»
E ha continuato a narrare, ancora, Nina Di Nuzzo, come un fiume in piena, ricca di emozioni, con gli occhi lucidi di chi ricorda una nonna

Un momento della presentazione del libro di Nina Di Nuzzo
Un momento della presentazione del libro di Nina Di Nuzzo

meravigliosa, Mattia, di chi non vuole dimenticare, in una continuità quasi generazionale, di chi ha sofferto, ma non ha rimpianti. Una donna piccoletta, di statura va da sé, ma di grande levatura umana e scrittoria, nel suo paese d’origine, Alì Terme in provincia di Messina, è presidentessa della Banca del tempo, «un posto in cui ognuno mette a disposizione degli altri ciò che ha, scambiandosi favori senza interesse di sorta» -ha spiegato- con una semplicità che quasi intimidisce, con un’umiltà che solo le grandi donne possono possedere senza sembrare artefatte. Ha voluto raccontarsi e raccontarci la sicilianità di un tempo e quella di oggi per dirci che «munnu ha stato e munnu sarà», un ritornare, insomma -in un’eco quasi vichiana- di ogni atto, di ogni gesto, «perché gli uomini sono sempre stati così, impastati di bene e male, lo sono ancora e sempre lo saranno.»
Venti racconti di vita vissuta, un’intervista e una raccolta di proverbi siciliani, questo è il libro di Nina Di Nuzzo Micalizzi, «sono racconti corali – commenta Monica Consoli- dove, aldilà del protagonista, c’è un insieme di personaggi che a volte fanno da sfondo, altre entrano nel merito prepotentemente. C’è un tempo andato che non torna più, ma senza rimpianto. Spesso, infatti, sono storie drammatiche, storie di uomini e di donne, fatte di una bella sicilianità, ma piena di misfatti e c’è la donna dentro –aggiunge la Consoli- una donna costretta a ruoli quasi animaleschi, c’è una condizione femminile agghiacciante, spesso conseguenza della mancanza d’istruzione che genera mostri, perché, si sa, senza istruzione non c’è confronto, senza istruzione non c’è comprensione della realtà.»

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