In viaggio per l’Italia con Alessandro Manzoni


Massimiliano Spinazzer Flory e Gilda Gelati alla biblioteca Marciana. "I Promessi sposi" di Alessandro Manzoni
Massimiliano Spinazzer Flory e Gilda Gelati alla biblioteca Marciana. "I Promessi sposi" di Alessanredo Manzoni.

Omaggio ad Alessandro Manzoni. Venerdì 3 ottobre alle ore 20.00 presso il Monastero dei Benedettini, la letteratura diventa spettacolo dal vivo nelle più belle biblioteche di ogni regione italiana ,al  fine di valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese.

Per difendere le biblioteche come impresa del sapere, dichiara Finazzer Flory: “l’eredità di Manzoni è finita nelle biblioteche e là spesso giace, senza parola. Con il teatro vogliamo dare voce e volto a questa eredità. Con la biblioteca come altare dell’ascolto.”

Con questo progetto itinerante “il Ministero – ha dichiarato Rossana Rummo, direttore generale per le biblioteche – intende promuovere  la rete delle biblioteche italiane come luoghi vivi  e partecipati di conoscenza e di incontro e, al tempo stesso, valorizzare il patrimonio letterario italiano attraverso l’uso del linguaggio teatrale.”

Massimiliano Spinazzer Flory e Gilda Gelati alla biblioteca Marciana. "I Promessi sposi" di Alessandro Manzoni
Massimiliano Spinazzer Flory e Gilda Gelati alla biblioteca Marciana. “I Promessi sposi” di Alessandro Manzoni

Finazzer Flory interpreta attraverso un monologo i capitoli più significativi dell’opera di Alessandro Manzoni tra cui il prologo, i bravi e Don Abbondio, Fra Cristoforo e Don Rodrigo, L’addio ai monti, La rivolta del pane, l’Innominato e Lucia, la morte di Cecilia. Questo suo lavoro è stato rappresentato in oltre 20 Paesi tra Europa, America, Asia e Australia.

“La mia messa in scena – dichiara Massimiliano Finazzer Flory – colloca il testo nel 1628 e mette l’accento sui dubbi e le domande dei personaggi, curvando i caratteri dei protagonisti come se potessimo origliare la loro coscienza, le loro inquietudini. I capitoli messi in scena parlano di noi, del nostro tempo.

L’addio ai Monti è un addio a certezze che ritenevamo fondamentali perché incapaci di vedere altro. Allo stesso modo la rivolta del pane è oggi la rivolta della conoscenza, del bisogno di essa soprattutto da parte della gente più umile. Anzi è proprio l’umiltà la grande forza drammaturgica che orienta il testo e lo spettacolo. Per farci capire che la morte di Cecilia è la morte di tutti i bambini. Dei nostri. La pietà, così, diventa allora il terreno su cui la fede e la ragione possono e debbono trovare un accordo”.

In scena con Finazzer Flory anche Gilda Gelati già prima ballerina del corpo di ballo del Teatro alla Scala. “Lavorando sul testo – dichiara Gilda Gelati – cerco col linguaggio della danza classica e  contemporanea, di mettere in scena le emozioni dei personaggi. Voce, danza e musica si fondono per raccontare la stessa storia.”

 

 

 

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