Anche all’interno di un bar si può concepire una raccolta poetica, anche se il ritrovo non è frequentato da filosofi e poeti da bar, appunto. Semmai è il contrario. L’artefice di questa “dispensa” di emozioni poetica gestisce il commercio di caffè e granite, ma mentre lavora osserva il “bestiario” umano che lo frequenta.
La raccolta s’intitola “L’Estasi della menzogna” (edizioni Akkuaria) e lui si chiama Giovanni Coppola, “colpevole” per aver scritto tra i più bei versi per la perdita di un fratello: “…eri il machete con il quale mi facevo strada nella fitta selva di un mondo che ripudiava l’immaginazione MIO FRATELLO che circumnavigava le reali possibilità del divenire che srotolava la vita per annusarne l’essenza…”.
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