Scenario Pubblico di Catania ospita Misantropo di Molière


misantropo di molière

Debutta giovedì 15 dicembre alle 21, in replica fino al 18, a Scenario Pubblico di Catania,in via Teatro Massimo 16, il nuovo spettacolo teatrale di Nicola Alberto Orofino Misantropo, prodotto da La memoria del teatro e in collaborazione con Senza misura teatro e Progetto S. E. T. A. e fa parte della rassegna teatrale Palco Off diretta da Francesca Vitale. Le scenografie sono di Arsinoe Delacroix, i costumi di Laura Lazzaro, le luci di Luca Giannone.

Misantropo

Il testo di Molière, con la riduzione, adattamento e regia di Nicola Alberto Orofino, è interpretato da Silvio Laviano, Egle Doria, Enrico Sortino, Paolo Toti Guagenti, Roberta Amato, Diego Rifici. Nelle note di regie si legge: “Misantropo è una denuncia, un’invettiva franca, un breviario di contestazioni elaborate da un uomo sincero.
Sincero, come solo un artista eccezionale riesce ad essere quando trasforma un crollo fisico e psichico in capolavoro drammaturgico. Misantropo è un’opera-confessione. No, mi correggo. Misantropo, è molto più, di un’opera-confessione.  È uno scrigno prezioso che oltre a racchiudere il pianeta molieriano, sporco e corrotto, delle opere precedenti, ci abbozza un altro mondo, un mondo ideale, certo, (solo ideale) il cui unico patto fondativo è la franchezza delle relazioni fra gli uomini.

Quel demonio di Molière

Sulla genesi dell’opera Orofino racconta: “La Compagnia del Santo Sacramento, una specie di società segreta che riuniva i clericali più intransigenti, e che godeva alla corte di Luigi XIV grande prestigio e autonomia, attacca Jean-Baptiste Poquelin detto Molière, artista straordinario e che gode del preziosissimo favore del Re definendolo un demonio rivestito di carne e vestito da uomo”.
A scatenare la cabale des dévots fu la prima rappresentazione di Tartufo, e non poteva essere altrimenti. Tartufo è la più grande satira che sia mai stata scritta contro l’ipocrisia e coinvolge la religione, le sue pratiche, i suoi fedeli, attacca il Primo Stato dell’ AncienRégime, le confraternite, gli ordini minori. Nel cielo dell’arte si perdona tutto, ma la politica, specie quella dei vertici massonici, sappiamo come insorge di fronte ad una critica spiattellata in scena, ieri come oggi.
Fu così che Luigi XIV, vista l’aria che tirava, ne vietò la rappresentazione pubblica e allontanò il suo favorito artistico dalla corte.
Jean-Baptiste Poquelin detto Molière comincia a scrivere una nuova commedia. Intitolerà quell’opera “Le misanthrope”.

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