Catania, via Monfalcone. I commercianti uniti per la rinascita


via Monfalcone
nella foto, da sinistra, Stefania Angiolini, Rosa Di Mauro, Maria Rapisarda, Patrizia Rapisarda, Patrizia Vittorio, Mariella Gennarino, Giovanni Ruggeri, Stefania Testa, Giovanni Vinciguerra, Elena Ternullo, Ludovica D’Agostino, Gennaro Puglisi, Roberto Bruno, Federica Distefano e Daniele Petralia

La via Monfalcone ripArte. E lo fa con l’energia e la determinazione degli imprenditori che credono e scommettono in un progetto di rilancio “necessario”, dicono, convinti che non si possa staccare la spina alla via dello shopping, il cuore di una zona che da sempre rappresenta il salotto della città, ma su cui l’ombra incombente della crisi economica ha affievolito la luce storica.

Sì, perché “via Monfalcone – spiegano uniti dall’obiettivo comune ambizioso ma non impossibile – è una strada storica! è una passerella cult di Catania, è un gioiello che va lustrato, curato, e restituito ai catanesi per come merita, a partire dal decoro ornamentale e dai servizi per una fruizione attenta e civile”.

C’è una componente affettiva da parte di chi la vive ogni giorno, la ama, la conosce come le proprie tasche, quindi la osserva con occhio critico e quantomai attendibile registrandone alti e bassi, ondate di incuria e trascuratezza e fasi di ripresa. Questo è la via Monfalcone, l’arteria di Corso Italia che è più uno spazio a sé, autonomo, con una identità precisa. Da qui gli imprenditori –  Stefania Angiolini, Rosa Di Mauro, Maria Rapisarda, Patrizia Rapisarda, Patrizia Vittorio, Mariella Gennarino, Giovanni Ruggeri, Stefania Testa, Giovanni Vinciguerra, Elena Ternullo, Ludovica D’Agostino, Gennaro Puglisi, Roberto Bruno, Federica Distefano e Daniele Petralia, costituitisi recentemente in comitato spontaneo presieduto dalla stilista Mariella Gennarino, muovono il passo, mettendo a punto un contenitore di manifestazioni culturali e artistiche in progress, inaugurate lo scorso febbraio in occasione della festa di Sant’Agata, con l’evento dedicato al passaggio della candelora di monsignor Ventimiglia. L’esperimento – più che riuscito – tradusse l’omaggio ai catanesi di momenti ad alto tasso di spiritualità, devozione, musica, arte pittorica, in un fermento che diede il polso della situazione. “Catania – ne è convinto il comitato – è presente, i catanesi rispondono al richiamo coinvolgente di cultura e glamour di quello che sempre più vuole diventare un laboratorio a cielo aperto, promosso dai commercianti, parte attiva del tessuto economico della nostra società, messo a dura prova dal lockdown”.

Parola d’ordine, reagire! Invertire la tendenza, risollevarsi senza pietismo, unendo le forze e contando sulla ripresa economica, come sul buonsenso degli amministratori chiamati al sostegno, alla tutela e alla valorizzazione del territorio. Dopo S. Agata fu la volta del manifesto contro la violenza sulle donne, che ha oleato ulteriormente l’ingranaggio del comitato oggi più che mai compatto. Organizzazione collaudata, insomma, per le prossime sorprese firmate da via Monfalcone, dove si lavora al vernissage – venerdì 26 giugno ore 18 – della mostra espressiva en plein air del fotografo Giovanni Ruggeri, “Con gli occhi della speranza”: titolo emblematico allusivo della sofferenza del periodo storico in corso ma che insieme ne indica la strada per superarla. “Dobbiamo ricominciare a volare”, è l’auspicio dell’autore degli scatti “rubati” a volti intensi, forti, portatori inconsapevoli di messaggi positivi, raccolti negli anni, conservati in un personalissimo bagaglio dei ricordi e delle emozioni di Ruggeri che ora offre allo sguardo dei catanesi gli occhi catturati durante i suoi numerosi viaggi. “La sera- descrive il fotografo artista- i pannelli, che campeggiano lungo la via già da giorni, si accendono’ grazie al particolare posizionamento accanto ai lampioni stradali, per un effetto ulteriormente suggestivo.” La chiusura dei negozi che si allungherà in una sorta di Notte bianca, farà da cornice alla manifestazione, anticipa la stilista Gennarino, impegnata in prima fila nella messa a punto della programmazione culturale il cui comune denominatore, dice, è “la rinascita di via Monfalcone”.

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