Difesa personale, che fare in caso di aggressione o atti di violenza


Difesa personale

I fatti di cronaca riguardanti aggressioni in strada e violenze domestiche o scolastiche hanno determinato, come naturale conseguenza, un fiorire di svariati corsi di difesa personale di varia natura, durata e tipologia. Come sempre la lunga strada che ci separa da un obiettivo non è sempre lastricata di buone intenzioni per cui la motivazione primaria che dovrebbe essere aiutare il debole ad avere una minima base nell’ arte della difesa personale, viene spesso sostituita da mere operazioni commerciali. È chiaro che sia giusto che ogni professionista che presti la sua opera debba ricevere il proprio compenso ma non è correttissimo imbastire corsi che promettono all’allievo di diventare veloce e letale come Bruce Lee in sole 10 lezioni!!! Corsi di breve durata servono comunque a dare una minima idea di quello che  realmente è lo scontro fisico, con le sue dinamiche e le sue difficoltà, premettendo che in una situazione di emergenza sono necessarie caratteristiche specifiche quali forza, velocità,ottimi riflessi e una pronta risposta che solo un duro allenamento può dare negli anni. L’allievo  ha poi la facoltà di decidere di continuare o meno la sua preparazione con un corso di livello più elevato e duraturo. È bene ricordare, a questo proposito, che i professionisti che insegnano sistemi di difesa personale hanno spesso esperienze “importanti” anche in diversi stili di arti marziali e svariati corsi di formazione alle spalle. Quello che si vuole fare in questa rubrica, invece, è fornire alcuni consigli su cosa fare o come comportarsi in caso di aggressione, che possano dare un piccolo ma valido aiuto a chi dovesse trovarsi in certe spiacevoli situazioni.

Difesa personale. Attenzione e prevenzione

Sono passati tanti anni dalla mia prima lezione di wu shu (kung fu) e mi ricordo quello che mi disse il mio Maestro di allora: “Io ti insegno il kung fu perché tu non lo debba utilizzare mai”. Devo confessare che rimasi alquanto stupito da questa frase e non ne capii il significato per diverso tempo. Difesa personale non significa fare di tutto per trovarsi in una situazione spiacevole, provocare e picchiare tutti i “cattivi” in scontri tipo Kill Bill. L’autodifesa è, invece, l’esatto contrario: dobbiamo essere capaci di leggere prima degli altri certi segnali,  capire che la tensione si sta alzando e quando accade il peggio, se la situazione lo consente, essere già lontani o al sicuro portandoci dietro gli amici e i nostri cari. Per arrivare a questo livello di consapevolezza dobbiamo rivedere i nostri personali concetti di attenzione e prevenzione.

I tre gradi di attenzione

Sono tre i gradi di attenzione che ci interessa analizzare per uno studio sul nostro comportamento:

Il primo si riferisce ad  una totale disattenzione. Usciamo di casa in preda ai nostri pensieri e le nostre cose da fare e ci comportiamo come robot non facendo caso a ciò che ci succede attorno. La nostra postura può essere in questi casi ciondolante.

Il secondo riguarda una attenzione alta ma moderata: ci guardiamo attorno, notiamo i particolari, diamo retta ai vicini di casa o al nostro negoziante di fiducia che ci parla, siamo tranquilli e senza stress, teniamo la schiena dritta e la testa alta.

Il terzo grado si ha quando mostriamo una attenzione ossessiva: usciamo dal portone di casa come un ninja, guardiamo in ogni direzione tenendo saldamente in mano la nostra borsa o mettendo una mano in tasca a protezione del nostro portafogli,  ci muoviamo con scatti veloci e secchi, spesso la posizione è ricurva su noi stessi, testa bassa e sguardo prevenuto nei confronti di tutti.

Risulta chiaro che il primo e il terzo grado di attenzione sono quelli che non è corretto tenere, infatti in entrambi i casi potremmo attirare l’interesse di gente poco raccomandabile come ladri o truffatori. Teniamo presente che il ladro ruba per mestiere e come ogni professionista riconosce i suoi “clienti”, chi è completamente disattento diventa un obiettivo facile, chi invece è troppo attento corre il rischio di sembrare il cassiere della banca d’Italia che si sta portando a casa un po’ di lavoro anche se in realtà ha in tasca solo 5 euro.

Prestare attenzione a ciò che succede intorno a noi potrebbe risolvere una situazione scomoda o non farla nemmeno accadere. Potremmo notare un individuo che passa in motorino due o tre volte nella stessa strada facendo il giro dell’isolato o mentre guidiamo renderci conto di essere seguiti. Nel primo caso potremmo decidere di guardare dritto in viso il tipo del motorino che solo per questo potrebbe sentire di essere stato scoperto e, se siamo fortunati, decidere di lasciar perdere, nel secondo caso potremmo fare finta di aver sbagliato strada e ripercorrere anche più di una volta lo stesso isolato per vedere se qualcuno ci segue davvero o è stato solo il risultato di una coincidenza.

 Azioni che ci mettono in sicurezza

Semplici azioni che ci mettono però in sicurezza, alcune le facciamo da sempre, altre invece sarebbe il caso di introdurle tra le nostre abitudini: guardarci intorno, camminare sul marciapiede sul lato che ci consente di vedere i mezzi che vengono verso di noi, tenere la borsa preferibilmente a tracolla e verso il lato del muro, mettere le sicure in auto, guardare sempre dagli specchietti retrovisori, scendere dalla nostra auto per avviarci verso il portone di casa con le chiavi in mano per ridurre i tempi di attesa davanti al portone e dopo esserci assicurati che non vi sia la presenza di malintenzionati, preferire di percorrere una strada più lunga ma illuminata rispetto ad una decisamente più corta ma al buio se siamo a piedi e soprattutto imparare da ogni esperienza a cambiare gli atteggiamenti errati. A questo proposito vi faccio un esempio. Nella mia auto ho un dispositivo che inserisce la sicura appena la macchina raggiunge i 10 km all’ora e questo mi ha sempre fatto sentire al sicuro da eventuali dimenticanze, l’altro giorno entro in auto e prendo il cellulare per rispondere ad un sms appena arrivato quando un mio amico per farmi uno scherzo mi apre velocemente la portiera e facendo finta con le dita di avere una pistola mi intima di consegnarli il portafoglio. Ne ridiamo insieme e la cosa finisce lì senza nessuna conseguenza. Parto e la mia sicura si inserisce come al solito ma questa volta mi rendo conto che non è stata sufficiente. Analizziamo la situazione. Ero seduto, dunque in una posizione che non mi permetteva una eventuale comoda azione di risposta e per giunta con una mano occupata dal cellulare. Da quel giorno subito dopo essere entrato nella mia auto le sicure le aziono io!

Esercizi per migliorare lo spirito di osservazione

Se sappiamo di essere sbadati e poco attenti per natura possiamo sottoporci a degli esercizi che migliorino il nostro spirito di osservazione, naturalmente senza che diventino una ossessione ed uno stress. Per cominciare si può ad esempio sforzarsi di notare quando entriamo in un locale con gli amici alcuni particolari tipo: numero dei tavoli, numero approssimativo delle persone presenti, numero dei camerieri, eventuali uscite di sicurezza, tavolo più adatto ad una fuga improvvisa, posizione della toilette.

Naturalmente è solo un gioco ma l’esercizio ci porterà ad essere sempre più precisi e se ci esercitiamo in due possiamo porre delle domande che ci stimolino ulteriormente: di che colore sono le scarpe del cameriere, quante sono le persone sedute al tavolo dietro il nostro ecc.

Quando sono in un locale che non conosco difficilmente chiedo al cameriere dove si trova il bagno, basta guardarsi attorno 5 minuti per vedere un viavai di persone che si dirigono verso una direzione, certe volte dopo aver chiesto qualcosa al personale del locale, se poi notate due donne che camminano insieme non ho dubbi, loro in bagno ci vanno sempre in due!

Angelo Paternò, classe 1973 cintura nera di American Kenpo Karate di cui è responsabile nazionale per la Federazione Americana “International Kenpo Karate Academies”. Nei suoi trascorsi marziali troviamo il Judo , il Wu Shu tradizionale (Kung Fu), il Kyusho Jitsu e la partecipazione come primo istruttore a due corsi di autodifesa. Attualmente insegna Kenpo Karate e difesa personale.

Per info, domande e collaborazioni su corsi di difesa personale:

angelo_paterno@hotmail.it

https://www.facebook.com/kenposicilia/

http://kenpokaratesicilia.wixsite.com/kenpokaratecatania/kenpo-karate

 

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