Dipartimento di Scienze Biologiche, Geo-Ambientali partner del P.O. Italia-Malta


Il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali dell’Università degli Studi di Catania è uno dei cinque partner del Programma Operativo – Progetti Strategici Italia-Malta 2007-2013 denominato “Simit”, (Asse prioritario II: Ambiente, energia e prevenzione dei rischi) finalizzato alla creazione di un Sistema integrato di protezione civile per l’area transfrontaliera Italo-Maltese, con particolare riferimento alla gestione del rischio geologico nelle isole di Lampedusa e Gozo.

Leader Partner del progetto è il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana, con a capo l’ingegnere Calogero Foti, mentre il responsabile unico del procedimento è l’ingegnere Maurizio Costa. Gli altri partner, oltre all’Università di Catania, sono il Dipartimento della Protezione Civile di Malta e le Università di Palermo e di Malta.

Nei giorni scorsi, a La Valletta, nei locali dell’Old University Building dell’Università di Malta, si è tenuto il secondo meeting scientifico del progetto in cui i rappresentanti dei 5 partner hanno evidenziato le criticità dell’area tra Lampedusa e Gozo, settore ad alto rischio naturale ed antropico, interessata da eventi sismici di magnitudo elevata e rilevanti tassi di erosione costiera, nonché da possibili danni ambientali derivanti dall’elevato traffico marittimo. Nel corso della due giorni di lavoro particolarmente gradito l’intervento dell’Ambasciatore d’Italia a Malta, S.E. Giovanni Umberto De Vito.

A rappresentare l’Ateneo di Catania il responsabile scientifico Agata Di Stefano, i docenti Grazia Maria Lombardo, Giuseppe Lombardo e Carmelo Monaco, l’assegnista di ricerca Niccolò Baldassini e l’esperto in informazione e comunicazione Alfio Russo.

“Grazie a Simit – ha spiegato Agata Di Stefano – verrà creato un sistema integrato di protezione civile tra soggetti siciliani e maltesi per le attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi di natura geologica, in un’area ad alto rischio come quella del Canale di Sicilia. Particolare attenzione verrà rivolta alla pianificazione e alla gestione delle emergenze, attraverso la realizzazione di una rete istituzionale tra i soggetti coinvolti ed un portale che consenta lo scambio immediato delle informazioni necessarie, una sorta di sala operativa virtuale integrata Sicilia-Malta, con attività di monitoraggio continuo”.

“Il progetto – ha aggiunto il responsabile scientifico per l’Ateneo catanese – prevede l’attuazione di un piano di intervento congiunto che coinvolga le strutture localizzate in tutte le zone NUTS 3 transfrontaliere confinanti e adiacenti e un testing delle procedure di gestione operativa delle criticità con verifiche dei piani attraverso esercitazioni congiunte. E’ prevista, inoltre, un’attività di aggiornamento tecnico e amministrativo–gestionale di supporto, nonché un piano di informazione e diffusione di una cultura di protezione civile con adeguate norme comportamentali tra gli abitanti”.

 

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