Partorisce all’ospedale di Patti: Marta Merlino rischia di morire per setticemia


Marta Merlino e Giuseppe Casella
Marta Merlino e Giuseppe Casella

Lesioni gravissime. Questo il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo. La storia vede protagonista la 36enne Marta Merlino che, dopo aver dato alla luce la piccola Brenda, è stata trasferita in gravi condizioni all’ospedale Cannizzaro di Catania dove si trova attualmente ricoverata in prognosi riservata nel Reparto di Terapia Intensiva post operatoria dell’ospedale Cannizzaro di Catania.

La bambina, invece, dopo la somministrazione di antibiotici è stata dimessa dall’ospedale di Patti il 29 gennaio.

L’avvocato Massimiliano Fabio tuona: “Ci pare assurdo che nel 2023, in condizioni di salute ottimali, si possa ancora rischiare la vita per un parto. Abbiamo presentato una querela denuncia alla procura della Repubblica di Patti. E abbiamo chiesto il sequestro delle cartelle cliniche relative ai giorni in cui la signora Merlino è stata ricoverata nell’Ospedale di Patti. Sappiamo che le indagini sono state avviate e a giorni nomineremo un nostro consulente. Ci pare assurdo che nel 2023, in condizioni di salute ottimali, si possa ancora rischiare la vita per un parto”.

Urla la sua disperazione il compagno della donna, Giuseppe Casella: “Voglio giustizia per Marta e per mia figlia, privata della sua mamma fino ad oggi”.

Cosa è successo a Marta Merlino

La donna, trasferita d’urgenza all’ospedale , lotta da giorni fra la vita e la morte per uno shock settico dopo aver partorito una bambina nell’ospedale di Patti l’11 gennaio 2023.

A Marta, originaria di Capo d’Orlando (Me) e residente a Gliaca di Piraino (Me), si erano “rotte le acque” la mattina del 9 gennaio ed era stata accompagnata dal compagno, Giuseppe Casella, al pronto soccorso dell’ospedale di Patti (Me).

Dal momento del ricovero la donna, giunta in ospedale con le membrane rotte, ha partorito solo due giorni dopo, l’11 gennaio, quando i medici, riscontrando l’assenza di contrazioni e stante l’esito negativo della somministrazione di farmaci che potessero indurre la gestante a raggiungere le condizioni utili al parto, hanno deciso di intervenire con un parto cesareo.

La donna, quindi, nonostante fosse giunta al pronto soccorso di Patti già in una condizione di Prom (Prelabour rupture of the membranes), con conseguente maggiore rischio di infezioni, è stata sottoposta all’intervento di taglio cesareo dopo oltre 56 ore di travaglio. Il tutto senza che nessuno dei suoi congiunti potesse assisterla (la signora è affetta da ipoacusia neurosensoriale ed ha un impianto cocleare).

Cos’è successo a Marta Merlino dopo il parto

Dopo la nascita della bambina, avvenuta alle 16.38 dell’11 gennaio 2023, la situazione è precipitata progressivamente. Da quel momento i familiari hanno potuto accedere al reparto in cui Marta Merlino era ricoverata e si sono subito accorti che qualcosa non andava: aveva la febbre, forti dolori all’addome, difficoltà a respirare, senso di nausea. Una condizione che si è acutizzata nella notte fra il 12 e il 13 gennaio quando lo stato di salute della signora Merlino è peggiorato visibilmente. I medici, però, hanno sempre rassicurato la paziente sostenendo che fosse tutto nella norma per una donna sottoposta a un parto cesareo.

Solo nella tarda mattinata del 13 gennaio è stato comunicato ai parenti che era stata riscontrata la presenza di un’infezione nella paziente per la quale le sarebbero stati somministrati degli antibiotici, ma alle 15.30 dello stesso giorno Marta Merlino è stata trasferita d’urgenza all’ospedale Cannizzaro di Catania dove le è stato riscontrato uno stato di setticemia avanzata (shock settico) ed è stata sottoposta a un intervento chirurgico per l’estrazione di un ingente quantità di liquido infetto.

La richiesta dei familiari

I familiari hanno presentato un esposto-denuncia alla procura di Patti per chiedere che si faccia chiarezza sulle varie fasi del ricovero della loro congiunta nell’ospedale di Patti e si accerti se si siano verificate delle situazioni di negligenza da parte del personale sanitario del presidio ospedaliero.

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