Che fosse preziosa lo sapevamo già. Oggi la vite ad alberello di uve, da cui si ricava la materia prima per la vinificazione dello Zibibbo, coltivata nell’isola di Pantelleria, in Sicilia, ottiene un riconoscimento non indifferente dall’Assemblea generale dell’Unesco a Parigi entrando nella prestigiosa lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità tra i beni immateriali dell’umanità. Il voto nel capoluogo francese è stato unanime. Tutti d’accordo, quindi, sul pregio e sulla necessità di tutelare la vite. E l’Italia raggiunge in questo modo un primato: è il primo Paese che riesce ad iscrivere nella lista una pratica agricola. E anche il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, esprime soddisfazione da un lato per il riconoscimento, dall’altro per il primato italiano. Va quindi tutelato il sistema di allevamento ad alberello basso, in conca, con uno sviluppo vegeto produttivo rasente i terreni.
Non nasconde la soddisfazione Pier Luigi Petrillo, autore del dossier di candidatura: “Ce l’abbiamo fatta” commenta. Petrillo, aveva in passato seguito per il ministero delle Politiche agricole l’iscrizione della Dieta mediterranea nel 2010 e dei Paesaggi vitivinicoli delle Langhe Roero e Monferrato nel 2014, a giugno. E si è fatto promotore di questa nuova iniziativa che ha avuto il supporto del comune di Pantelleria e degli agricoltori panteschi che oggi festeggiano il successo ottenuto.
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