Agostino Zumbo: “Il teatro non è solo divertimento”


Nella foto l'attore Agostino Zumbo ne Mercato di Malmantile
Nella foto l'attore Agostino Zumbo ne Mercato di Malmantile

Agostino Zumbo è interprete di “Il ratto delle sabine”, che ha debuttato al teatro Brancati di via Sabotino per la regia di Pippo Pattavina. Con lui nel cast Raffaella Bella, Evelyn Famà, Carlo Ferreri, Ramona Polizzi, Olivia Spigarelli, Riccardo Maria Tarci. L’adattamento è di Pippo Pattavina, che ne cura la regia, e di Orazio Torrisi. Scene e costumi sono di Giuseppe Andolfo. Abbiamo incontrato l’attore Agostino Zumbo poco prima del debutto.

Parliamo di questo spettacolo. Qual è il suo ruolo?

Il Ratto delle Sabine è una grande “farsa” divertente con un Pippo Pattavina straordinario, lo spettacolo è un perfetto meccanismo teatrale dove tutto dev’essere perfetto, nulla è lasciato al caso, la regia è di Pippo che con grande meticolosità e perfezione ci ha fatto trottare, dando prova di grande professionalità e pretendendo da tutti noi il massimo. Io interpreto il Professore Martino Scandurra, la vittima  del Capocomico (Trombone)”.

Se volessimo tracciare lo stato di salute del teatro, cosa potremmo dire? 

“Io non vivo di solo teatro. Oggi non si può vivere, purtroppo, solo con questo mestiere. Le produzioni hanno grosse difficoltà e non si lavora più. La cultura è stata depredata in maniera assurda e la gente che scommette sulla cultura e cerca di vivere  facendo dell’arte la propria ragione di vita è costretta alla fame.  Il mestiere dell’attore è da molti considerato come un divertimento. Non si capisce che quando si chiude un cinema o un teatro si decreta la morte della società, “ Un popolo senza Teatro è un popolo morto”.

Non solo teatro, quindi, nella sua carriera. Mi risulta che si sia avvicinato anche alla macchina da presa. Mi racconta questa esperienza? 

“È un progetto che si è sviluppato, in maniera naturale, durante una sera a cena a casa mia con Francesco Maria Attardi, Francesca Ferro e Melina Zumbo. Si è sviluppato un po’ alla volta, con l’incoscienza e la goliardia delle idee nate dalle amicizie più vere ed intense. Ci autoproduciamo. Abbiamo un salvadanaio e quando riusciamo ad avere una settimana libera “giochiamo” a fare cinema. La nostra sala di proiezione è Internet , partecipiamo a vari Festival e devo dire con ottimi risultati. Dal conteggio di You Tube abbiamo raggiunto circa 20.000 visualizzazioni. In 4 anni abbiamo realizzato 1 mediometraggio e 3 cortometraggi, Latte di Mamma, Il migliore studio della città, Le fils de l’homme e  Chiacchiere da Bar in uscita a breve”.

 Facciamo un passo indietro. Torniamo al suo legame con la famiglia Ferro. Ci regali un ricordo di Turi Ferro e Ida Carrara?

“Non voglio fare il solito racconto riguardo all’esperienza artistica (tra l’altro meravigliosa). Vorrei solo ricordare un aneddoto divertente che non scorderò mai. Eravamo a Verona con lo spettacolo Pensaci Giacomino, alloggiati in un bellissimo Residence. Turi ci teneva molto che la propria compagnia stesse bene e comoda e si prodigava per far praticare dei buoni sconti agli attori. Durante la notte, la meravigliosa Ida (Carrara) chiama al telefono  me e Ileana Rigano, dicendoci di accorrere nel loro appartamento perché era esploso un tubo dell’acqua che passava nel muro della loro camera da letto. Avvisammo il portiere e il personale, arrivati nell’appartamento trovammo Turi seduto comodamente nel salotto (allagato) in poltrona con i piedi appoggiati su un pouf al centro della stanza.  Ida gli aveva impedito di bagnarsi i piedi per non raffreddarsi. Turi senza scomporsi ci disse in perfetto catanese Viremu si na ma ffittari na varca a stasira ? ….e visto che la mia Siggnora non voli ca vi rugnu na manu….Vi cuntu quattru bazzilleti…..”.

Dal passato al futuro. Quali progetti ha in cantiere?

“In aprile rimetto in scena al Piccolo Teatro di Catania Il Violinista per la regia di Gianni Salvo. Per il futuro? Vedremo quanti soldi ci saranno nel nostro salvadanaio. L’intenzione è di girare un altro cortometraggio, ma l’ambizione più grande è di girare un lungometraggio. Ci vorrebbe un miracolo, visto i tempi che corrono, ma sognare non costa nulla…”.

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