Spettacolare partita degli azzurri che vincono e convincono


azzurri

Con una prestazione maiuscola, frutto di sacrificio e di voglia di farcela, gli azzurri della nazionale italiana piegano la furia dei “diavoli rossi” e raggiungono con pieno merito la semifinale.

I ragazzi di Mancini non si sono risparmiati in niente ed hanno combattuto  fino all’ultimo respiro una battaglia tattica, ma soprattutto fisica, contro un’avversaria tosta, possente e che ha messo in campo tutto ciò che aveva per fermare gli azzurri. Primo nel ranking Fifa e davanti a squadre blasonate come Francia, Brasile, Inghilterra e Spagna, il Belgio si è presentato in campo da assoluto favorito, forte di una serie impressionante di vittorie e con le stelle di De Bruyne e Lukaku pronte a illuminare l’Allianz Arena.

Perché se i numeri contano qualcosa, il decimo posto dell’Italia nella stessa classifica, voleva dire semplicemente che si partiva da sfavoriti. Ma le partite non si vincono prima di averle giocate. E venerdì sera il pronostico è stato completamente sovvertito, tanto che sull’Allianz Arena a fine partita, si erge, fiero e maestoso, il nostro tricolore.

Non ci sono singole stelle a risplendere tra gli azzurri, ma un unico grande astro accende la notte di Monaco: il gruppo. E’ lì la nostra forza. Un gruppo unito, saldo, coeso, formato da chi va in campo come da chi sta in panchina.

Gli Azzurri spopolano sui social

Sono tutti i ventisei convocati che si supportano, che si stimolano e che si sostengono a vicenda e che, per dirla col mister, si divertono a giocare insieme. Ci sono gli scherzi di Insigne a Immobile che fanno sorridere spopolando sui social, i messaggi motivazionali di Sirigu che tengono alta la tensione, l’esperienza rassicurante di Chiellini e Bonucci che incoraggiano la squadra. E poi ci sono gli exploit di Chiesa e Pessina, già valorizzati in campionato da Juventus e Atalanta, che aggiungono forza, vigore e un pizzico di giovane incoscienza. Ma se questo non basta e proprio dobbiamo cercare a tutti i costi di trovare una stella, ebbene, signori, la nostra stella è lui: Roberto Mancini.

Che ha dato un’identità nuova ad una squadra distrutta, nata dalle ceneri dell’umiliante mancata partecipazione ai mondiali di Russia del 2018. E che adesso sembra solo una lontana parente di quel gruppo che Ventura non ha saputo aggregare. Il Mancio è un uomo di calcio, che sa motivare, ma che sa anche organizzare tatticamente in campo, facendo, nel contempo, sentire importante ogni giocatore che rimane fuori. Non si è mai visto che i convocati al completo abbiano giocato in un torneo così prestigioso, eppure Mancini ha dato qualche minuto a tutti, persino a Sirigu, il nostro secondo portiere, che ha sostituito Donnarumma tra i pali nell’ultima partita del girone di qualificazione con il Galles.

Il messaggio degli azzurri è chiaro

Il messaggio è chiaro: siete tutti fondamentali. E questo, alla fine, rappresenta la nostra forza. Che in modo tangibile si è vista in campo nella sfida contro il Belgio e che ci ha regalato a buon diritto la semifinale.
A funestare una serata magnifica, ci ha pensato, però, la cattiva sorte che ha colpito, probabilmente il calciatore migliore non solo degli azzurri, ma di tutto
il torneo: Leonardo Spinazzola. Uscito in barella nell’ultimo quarto d’ora del match, gli esami strumentali del giorno dopo hanno purtroppo confermato ciò che più si temeva: rottura del tendine di Achille ed europeo finito per l’esterno sinistro della Roma. Le sue lacrime sul campo rimarranno come un ricordo indelebile, insieme al goal di rapina Barella, al destro a giro di Insigne e al rigore, a dir poco generoso, concesso a Lukaku. Ad attenderci in semifinale adesso troveremo la Spagna.

Una Spagna che sembra avere debiti con la fortuna, per aver raggiunto il traguardo in modo a dir poco rocambolesco. Martedì ci presenteremo a Wembley da favoriti questa volta, ma gli azzurri non devono commettere l’errore di sottovalutare un avversario che invece ha tante frecce al suo arco e che potrebbe farci molto male. Certo, non ci sono più Iniesta, Sergio Ramos e Xabi Alonso a farci paura come nella finale europea persa del 2012. E noi invece schieriamo Verratti, Jorginho e Barella. Sarà un’altra dura battaglia, la squadra ne è assolutamente consapevole. Ma nello spogliatoio c’è ottimismo, perché a questa bella Italia, nessun traguardo è precluso.

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