Dedicata a Elena Fava la giornata di studi dell’Ateneo di Catania su mafia e stragi


elena fava
Elena Fava

“Ricordiamo la sua forza ‘calma’, la sua determinazione ‘dolce’, il suo impegno ‘discreto’ ma incessante. E l’abbraccio, ogni anno, il 5 gennaio, davanti alla lapide che ricorda il padre, Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia”. Annuncia così il professore Antonio Pioletti, proprio nel giorno dell’anniversario della morte del giornalista, l’intenzione dell’Università di Catania di dedicare alla memoria di Elena Fava il convegno che si terrà martedì prossimo 12 gennaio nell’auditorium dei Benedettini di Catania, dal titolo Le verità nascoste: Moro, Mattarella, La Torre. La giornata di studio, organizzata dal dipartimento di Scienze umanistiche in collaborazione con le associazioni Libera, Memoria e Futuro e Fuori dal Coro, si baserà sui riflessi storici, politici e sui buchi neri delle indagini dei delitti politici Mattarella e La Torre e come spiegano i promotori “mira ad avviare una riflessione più profonda, rivolta essenzialmente alle nuove generazioni, sulle stagioni stragiste che hanno segnato il nostro Paese dal dopoguerra ad oggi”.

Elena Fava, figlia del giornalista Pippo Fava ucciso dalla mafia
Elena Fava, figlia del giornalista Pippo Fava ucciso dalla mafia

A partire dalla fine degli anni ’70, infatti quando Cosa Nostra azzerò in Sicilia una classe dirigente dall’impronta civile e antimafiosa; storici, giornalisti, avvocati, docenti universitari e magistrati sono  impegnati in un’analisi “non di rado controcorrente, che prendendo le mosse dall’immediato dopoguerra e dai misteri irrisolti della strage di Portella della Ginestra, non può limitarsi soltanto alle risultanze di pur importanti processi in corso, – continuano a spiegare i promotori – tenuto conto che l’azione della magistratura in questi settant’anni ha evidenziato limiti oggettivi dovuti sia all’esigenza di trovare le prove concrete ma, in parte, anche a complicità, inerzie e distrazioni”. Sarà quindi esaminata una fase storica piena di dubbi, soprattutto perché segnata da attentati funzionali alla destabilizzazione del sistema che molto spesso ha favorito, anche, interessi mafioso-criminali. “Per questo – prosegue il prof. Pioletti -, aprire una fase di riflessione collettiva che coinvolga i luoghi della ricerca, della formazione, dell’informazione, delle arti e del cinema, significa chiedersi fino a che punto i fatti del passato si ripercuotano sulle vicende del presente, rischiando di condizionarlo ancora oggi. Tutto ciò è aggravato da un contesto di omologazione culturale influenzato da una narrazione spesso falsata degli eventi storici che rendono necessarie alcune domande dolorose ancora in attesa di risposte”. Calza a pennello la dedica a Elena Fava che con un impegno mai retorico, e sempre utile a conservare la memoria del padre giornalista catanese nei temi dell’oggi, nelle scuole, in tanti convegni; aveva da poco anche collaborato con l’Ateneo di Catania per realizzare i laboratori interdisciplinari su Territorio, ambiente e mafie intitolati al magistrato Giambattista Scidà.

Al convegno interverranno, tra gli altri, gli storici Nicola Tranfaglia e Aldo Giannuli, i giornalisti Alessandro Galimberti, Andrea Purgatori, Stefania Limiti, Paolo Mondani e Giuseppe Lo Bianco, gli avvocati Adriana Laudani e Armando Sorrentino, il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia Claudio Fava, il sostituto procuratore di Palermo Nino Di Matteo.

 

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