Fonti di informazione e social media: a Catania si presenta il libro di Melania Sorbera


Melania Sorbera

La giornalista Melania Sorbera entra nell’intricato mondo dei social network e dell’informazione di oggi tracciando un quadro ampio. Il libro Fonti di informazione e social media sarà presentato sabato 19 gennaio, alle 18,  nella Saletta Assostampa, al centro culturale fieristico “Le Ciminiere”, in viale Africa a Catania. Parteciperanno Daniele Lo Porto, segretario Assostampa Catania, e Carmelo Miduri, giornalista siracusano.

Il testo, arricchito da una ricerca scientifica condotta dall’autore in collaborazione con l’Università di Messina, ricostruisce le trasformazioni chiave, in termini di consumo mediatico, fonti di accesso e punti deboli, della rivoluzione informativa legata al trionfo della rete.

“I social hanno radicalmente mutato le forme di accesso alla comunicazione nell’età digitale. – spiega la giornalista – L’accesso alle fonti di informazione digitale è gratuito, integrato, senza mediatori, personalizzato, sia con riferimento al mezzo tecnologico che ai contenuti, disponibile in qualsiasi momento della giornata, condiviso con altri utenti è condizionato anche dall’età, dal titolo di studio e dal sesso”.

Secondo la ricerca il 60% della popolazione accede a entrambe le fonti di informazione: tradizionali e digitali e se da un lato è ancora legato ad un sistema consolidato, se non altro per la scelta dei siti di informazione che esistono anche in versione cartacea. Dall’altro si affida, soprattutto i giovani e le donne, a Facebook, ai motori di ricerca, alle app, ai blog.

L’uso esclusivo delle fonti di informazione digitale, Facebook al primo posto (Internet), è appannaggio delle donne, under 30, in possesso di diploma. Quello delle fonti di informazione tradizionale appartiene, invece, al 5,5% degli intervistati, in maggioranza uomini, over 50, in possesso di laurea.

In fatto di fake news, la giornalista spiega: “La battaglia di Facebook contro le fake news è iniziata attraverso gli aggiornamenti al suo algoritmo.  Nel social sono premiati i post che favoriscono un maggior tempo di permanenza. L’algoritmo di Facebook tenta di analizzare i contenuti scelti da noi per capire chi siamo. Sui rischi e i pericoli di questo procedimento è interessante l’analisi di Elisa Panzetti sul libro scritto dal giovane autore americano Eli Pariser nel libro “Il Filtro”.  Partendo dal condivisibile presupposto che per essere liberi dobbiamo poter fare non solo quello che vogliamo ma anche sapere cosa è possibile fare, l’autore associa la personalizzazione ad una sorta di determinismo dell’informazione, nel quale ciò che abbiamo cliccato o visto in passato determina ciò che vedremo in futuro. Rischiamo di restare bloccati in una versione statica e sempre più ridotta di noi stessi, una specie di circolo vizioso”.

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