La luce e la bellezza per cambiare la Sicilia


Qui la poesia è materia, la bellezza è virtù dell’intimo non conformismo estetico, l’emozione è stato d’animo costante  tutt’altro che effimero. Antonio Presti ha ripetuto il miracolo della Notte della Poesia e del Rito della Luce, da Palazzo Trabia di Santo Stefano di Camastra alla Piramide 38° Parallelo di Motta d’Affermo, sabato e domenica scorsi. Gli ottanta poeti, danzatori, musicisti, attori sono stati protagonisti e spettatori dello stupore di oltre cinquemila visitatori giunti da tutta la Sicilia. 

«Penso – dice Antonio Presti – che mai come adesso il mondo ha bisogno di un percorso di rinascita interiore, di un futuro che si nutra di bellezza e conoscenza. Quest’anno abbiamo ripetuto  il Rito della Luce alla Piramide di Motta d’Affermo per consegnarlo al futuro, ai giovani che rappresentano il nostro domani, confermando il nostro impegno a rinnovare la Sicilia. Il loro coinvolgimento mi dà la forza per continuare il Rito nel tempo».

 

«Nel lavoro di questi anni – continua Presti – la poesia e la cultura si sono rivelate validi strumenti di conoscenza e di crescita per le nuove generazioni. Soprattutto oggi, in un periodo di crisi di valori, prima che di crisi economica, la conoscenza, apre una nuova strada di riscatto e di scoperta della bellezza. Nel nostro progetto, tutto questo, si consolida nel “Rito della Luce” che diventa, apertura verso il futuro e verso la bellezza. La scelta del Museo della Ceramica come location della Notte della Poesia, inoltre, ha voluto esaltare la grande tradizione custodita a Palazzo Trabia, perché la storia e la memoria sono presupposti indispensabili per fare crescere le nuove generazioni».

Alla base della Piramide del maestro Staccioli, presente al Rito della Luce, è stato allestito dall’artista catanese Loredana Longo un mandala tibetano, destinato a distruggersi nel tempo: due grandi scritte speculari, uno di specchi e un’altra realizzata insieme ai “bianchi” che hanno partecipato al Rito della Luce. Cinquemila chilogrammi di sale, diciotto metri di specchi, centinaia di steli di bambù e stoffa. Tutto rigorosamente bianco per realizzare l’opera “Waiting”.

“Ho scelto – dice Loredana Longo – la parola WAITING in un momento storico in cui nessuno si ferma ad aspettare, ma in cui le aspettative sono molte. WAITING crea un clima di sospensione, è l’attimo di una richiesta, una preghiera al cielo. WAITING è ora e dopo, è questo momento di grandi cambiamenti con la prospettiva di qualcosa che sia anche l’illusione di altro.

WAITING è una grande scritta che si specchia in un luogo “sacro”, migliaia di schegge si rifletteranno in cielo. WAITING è anche un’eco di preghiera  composta dalle preghiere di centinaia di persone che hanno partecipato al rito, come tante piccole bandiere al vento, il dono di tutti. Antonio Presti mi ha chiesto di realizzare un mandala che fosse un momento di riflessione, non il frutto della vanità di un’artista, ma un dono”, conclude Loredana Longo.

Il Rito della Luce, quest’anno, è stato anche l’occasione per inaugurare due nuove stanze d’Arte all’interno dell’Atelier sul mare, l’Albergo-Museo di Antonio Presti, diventato ormai il simbolo dell’arte contemporanea, unico in tutto il mondo, dove l’ospite-visitatore non ha più un rapporto con l’arte contemplativo o estraneo, ma può vivere l’opera stessa, fruendola come una camera d’albergo, in un puro stato emozionale. La stanza della Luce, realizzata dal regista e light designer Pepi Morgia, e La stanza del Rito della Luce, ispirata al simbolo archetipico della Piramide, è, invece, un omaggio di Antonio Presti e dei grandi poeti contemporanei alla Piramide 38° parallelo di Mauro Staccioli

Dopo il Rito della Luce, l’Art Hotel-Atelier sul Mare di Castel di Tusa, apre le porte a un gruppo di ragazzi provenienti da tutta Italia per seguire, dall’1 all’8 luglio, un workshop internazionale di design, sotto la guida di un team di architetti. Il primo passo di un percorso più ampio che ha l’obiettivo di realizzare nella sede dell’Albergo-Museo un’Accademia del Design.

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