Buttafuoco e Cappellani, a breve un incontro politico con una donna a sorpresa


Buttafuoco Cappellani
Pietrangelo Buttafuoco e Ottavio Cappellani

Epperò il 15 aprile non prendete impegni, nevvèro? Stracatania come Stramilano, partecipare è d’obbligo. La location è da definire, ma una cosa è certa, la sorpresa è donna. Buttafuoco e Cappellani, di nuovo insieme. In campo politico nessuna polemica, non si parlerà di voti, ma di candidature, di più non si può dire, ma un indizio c’è: donna bravissima è. E in campo culturale, fra teatro, citazioni e un elegante glissare, alla domanda “a quali ruoli vorrebbe arrivare?” l’uno «abbonato al teatro Bellini», l’altro «sto bene così, grazie».

 

Intervista doppia a Buttafuoco e Cappellani

  • Buttafuoco e Cappellani ancora insieme, una coppia ormai nota la vostra «Franco e Ciccio, Orlando e Rinaldo, Otello e Iago, u beddu e u pazzu, i dioscuri siciliani» così vi definite, ma c’è chi dice «a Buttafuoco piace l’ironia esasperata e non ha peli sulla lingua», Cappellani è «un provocatore dei salotti buoni», ci dobbiamo preoccupare?
Pietrangelo Buttafuoco
Pietrangelo Buttafuoco

B – E perché mai Iago? Ontologicamente, io e Ottavio, non siamo adatti al ruolo di Iago, quello di Otello però sì, sebbene amati dalla Sicilia-Desdemona non riusciamo che a scorgere inganni e abbandoni.

C –  Semplicemente Buttafuoco e Cappellani. Ci temono? E chi se ne stracatafotte. Vorrei precisare però che sì, frequento salotti buoni, anonimi, dato che sono “buoni” e non hanno bisogno di pubblicità. Ma frequento anche i peggiori salotti di Caracas. Lei sembra una bella ragazza, se vuole la porterò con me, a patto che non si scandalizzi. Sa, siamo artisti, mica assessori o direttori di teatro.

  • Parliamo di “Stracatania”, a chi è venuta l’idea?

B – L’idea è nata “contaminandoci” reciprocamente. Una maionese impazzita nel piatto pronto dell’attualità. Con ingredienti d’obbligo: la scrittura di Ottavio Cappellani, il genio teatrico di Gilberto Idonea, la regia (attenzione: il giorno dopo in cui avrà completato il proprio incarico di direttore dello Stabile) di Giuseppe Dipasquale.

C – Mi è stata commissionata da Pietrangelo. Dipasquale – permettendo la sua nomina pubblica che scade a giugno – si è proposto, o è stato proposto da Pietrangelo – non saprei – come regista. Ma sto ricevendo tante candidature alla regia. Vedremo. Deciderò.

 

  • E il nome?

 B – E’ una citazione d’obbligo. Una sorta di parentela pazzotica con la celeberrima Stramilano, esse ti erre a emme i elle a enne o!

 C – Nasce dal celeberrimo spettacolo Stramilano. Sarà un evento su Catania, sul suo passato, sul suo presente, sul suo futuro. Saranno in scena anche Manlio Sgalambro e Micio Tempio.

 

  • Tempo fa Buttafuoco aveva detto di Cappellani “Soltanto un pazzo come lui può fare sì che nella impostura di un qualunque governo, di una qualunque stagione, di un qualunque fatto della vita civile l’unico modo per ribaltare il tutto viene affidato alla letteratura”; dobbiamo considerare, dunque, l’incontro del 15 come una risposta culturale ad una nuova impostura?

 

Ottavio Cappellani
Ottavio Cappellani

B – Una risposta po-li-ti-ca. La politica, infatti, non è necessariamente elettorale. Anzi. Si fa politica, con più libertà, in altri ambiti. E comunque – se si tratta di candidature, e ce ne occuperemo – una bella persona l’abbiamo trovata. E’ una ragazza assai in gamba. Bravissima. Non posso fare ancora il nome. Prepariamo la sorpresa. Un indizio c’è: è donna.

C – Sarà un incontro politico. Politico nel senso di polis. Se ci sarà da individuare un candidato o una candidata vedremo. Ma queste cose di voti, di consiglieri di quartiere, di caf, di minchiate, sono noiosissime, spero non vorrà confonderci con gentaglia che cerca voti.

 

  • Dicono che il vostro incontro sarà una “manifestazione in antitesi” a quella tenutasi qualche giorno fa “Dai beni culturali ai teatri, un patto per la città”, ma non è che trattasi del solito gioco delle parti, politiche, va da sé?

B – La nostra, quella di Ottavio e mia, in antitesi? Se si tratta di Enzo Bianco non è contro Bianco. E’ un vero sciamano d’armonia, lui. Ha fatto tornare insieme due che erano come cani e gatti, Ottavio, per l’appunto, e Dipasquale. E il risultato c’è: fecero pace li cani e li lupi, povere pecore, sventurate capre!

C – In antitesi a che? Io sono in antitesi solo a me stesso, a volte. Per il resto non vedo antitesi. Solo Pietrangelo potrebbe essere la mia antitesi. E insieme possiamo solo dare alla luce una sintesi. Conosciamo entrambi bene Hegel. Quando si dice “antitesi” bisogna inginocchiarsi alla nobiltà del termine. La politica attuale non è così nobile da poterle attribuire il ruolo di antitesi.

 

  • Buttafuoco in un’intervista rilasciata al quotidiano La Sicilia ha lasciato intendere di ritenere Anfuso la causa di un eventuale «declassamento» dello Stabile. È così? E Cappellani che dice, avalla?

 B – L’unico Anfuso a cui dedico il mio pensiero deferente è Sua Eccellenza Filippo Anfuso, grandissimo uomo, superbo patrono della letteratura e delle arti.

C – Avallo Buttafuoco per principio. E comunque lo Stabile mi sembra che sia da tempo declassato. Le uniche notizie che ho di Anfuso mi vengono da tutti quelli che ne parlano male, ma vorrei precisare, non facciamo di Anfuso un capro espiatorio.

 

  • Fra i papabili, lei chi avrebbe scelto?

B –  Quello che Enzo Bianco, una volta finita la pupiata, dovrà per forza scegliere: Vincenzo Pirrotta.

C – Io? Io avrei scelto l’evidenza pubblica. Lo studio dei curricula e un verbale di scelta motivato. Mi sembra che ci sia una recente sentenza del tribunale del lavoro che mi ha dato ragione in tal senso.

 

  • Buttafuoco, lei in politica non vuole starci, presidente dello Stabile è già stato, e se le proponessero un ruolo di spicco nel panorama della cultura catanese accetterebbe? E lei Cappellani?

 

B –  Ma io in po-li-ti-ca ci sto. Certo, non per via elettorale. Ma ci sto.

C – Ho ereditato tante scrivanie. La mia, del settecento, piccola e simile a quella dello studio ovale. Quella di mia madre, di design anni Sessanta. Quella immensa dello studio di mio padre. Le sembra che con tutte queste scrivanie che trasudano amore e storie abbia bisogno di una scrivania elargita da un sindaco o da un assessore? Suvvia, non sia offensiva.

 

  • E se potesse scegliere, quale ruolo si cucirebbe addosso?

B – Abbonato al Teatro Bellini, se si tratta di ruoli “culturali”. E abbonato allo Stabile, va da sé.

C – Vesto casual, ma non ho mai avuto problemi a entrare in un ristorante. A sarte e sartine e sciampiste sto bene così, grazie.

 

  • E cucirebbe un “vestitino” ad hoc anche a lui?

B –  Più che un vestitino, per Cappellani un barbitonsore ci vuole.

C –  Buttafuoco mi sembra sia abbastanza elegante di suo.

 

 

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