Cristina Freghieri, chi dice che le sirene non esistono?


Conoscere di persona Cristina Freghieri, grazie ad un incontro organizzato da Maurizio Imparato, titolare della libreria “ Un mare di libri “ e il Mare Nostrum Diving, a Palermo,  è stato come incontrare una vera sirena. È una veterana della subacquea tecnica. Bella e solare, ha gli occhi di chi ancora vuole conoscere e vedere tante cose. Nel 1993 si innamora del mondo sommerso e da quel momento, come dice lei stessa, scopre che il motivo della sua esistenza è  il mare. Dalla subacquea ricreativa approda nel novembre 2010 al Rebreather circuito chiuso. Ha collaborato con la rivista italiana SUB e ha pubblicato numerosi articoli per Mondo Sommerso, Deep, Metal Detector, Octopus, e altre… Ha scritto e pubblicato diversi libri : amante della storia, soprattutto quella della Seconda Guerra Mondiale, Cristina ha dedicato molte delle sue immersioni alla ricerca dei relitti producendo una quantità infinita di appunti che a un certo punto ha deciso di pubblicare. Così nascono “ Da 0 a -100m “, “ La petroliera Milford Haven” , “ Nell’anima di un relitto”, “Thunderbolt vissuto e morto due volte”; ma anche “ Il parrucchiere: donne come sirene”, un libro che mette in evidenza lo stretto rapporto tra donna e acqua.

E’ nota la sua grande passione per i relitti. Perché ritrovare un relitto non è una conquista ma una responsabilità?

“Ritrovare un relitto è per me come ritrovare una tomba, quelli di cui ho scritto sono dei relitti che hanno un significato storico. Significa diventare responsabili del loro ritrovamento, hai il dovere di proteggerli e di custodire la loro sacralità, di impedire che siano  profanati perché in quei  luoghi  c’è ancora qualche resto umano”.

Qual è la difficoltà maggiore durante l’immersione in un relitto?

“L’immersione in un relitto è sempre tecnica perché prevede delle procedure che non fanno più parte dell’immersione ricreativa”.

Che differenza c’è tra immersione ricreativa e immersione tecnica?

“L’immersione ricreativa è quell’immersione all’interno della curva di sicurezza dove non è richiesta decompressione, tutto ciò che diventa necessario di decompressione  è un sistema che esige la tecnica”.

Continuiamo a parlare di relitti: due dei suoi libri sono dedicati uno alla petroliera Haven mentre un altro al sommergibile Thunderbolt, affondato al largo di san Vito Lo Capo ( TP )

“La petroliera Haven è il relitto più grande del mar Mediterraneo ed io innumerevoli volte mi sono immersa per potere raccontare quello che accadde. Così ho scritto un libro come se fosse la stessa petroliera a raccontare di sé. Un relitto possiede i sottili equilibri che oscillano tra morte e rinascita, passato e presente. Affondando trascina con sé l’intera vita e quell’attimo, l’ultimo, viene custodito dal mare che lo riveste di vita marina, esaltandone il ritratto. E’ una metamorfosi magica che oscilla tra fascino e mistero. Visitare un relitto è un tuffo nel pozzo delle emozioni infinite e irripetibili. Ogni immersione è unica anche sullo stesso relitto perché laggiù, tra le lamiere, c’è molto di più della sua storia sepolta, c’è ”l’anima” di quel relitto.  Il Thunderbolt , che non è mai stato trovato perché si trova a -1300m,  invece è stato un impegno di grande ricerca storica . Un lavoro molto difficile, nonostante l’impossibilità dell’impresa, che mi ha permesso di conoscere la storia del sommergibile”.

Quali gli aspetti benefici della Psicologia applicata alle attività subacquee?

“Significa imparare a conoscersi per imparare a vivere nell’acqua. Secondo me i trattati di psicologia dovrebbero essere inseriti nei corsi per la subacquea . Perché imparare ad ascoltare e sentire è un aspetto della psicologia  e se noi impariamo a sentire impariamo a rispettare”.

“Da 0 a -100m “ il suo primo libro, racconta la sua storia ma non solo…

“E’ il mio percorso evolutivo sino a quando sono approdata alla subacquea tecnica, ma in realtà penso sia la storia di tanti subacquei. E’ stato un percorso che mi ha aiutato ad accettare l’emozione che scoprivo, positiva o negativa, soprattutto quella negativa, perché mi metteva a nudo e mi sono resa conto, in quegli anni, che la gente non parlava di emozioni. Eppure quando tu vai in acqua vai per emozionarti. Ti emozioni anche per un lavoro subacqueo. Ho creduto potesse avere un significato avere il coraggio di parlare di questo. Le emozioni che vivi sotto non sono come quelle che vivi in superficie”.

Tra i suoi libri uno che riguarda la sua parallela attività di acconciatrice per donna “ Il parrucchiere: donne come sirene”.

“Ho alle spalle quaranta anni di attività come acconciatrice e conosco bene il mondo femminile. Andare in acqua e anche parlare con le subacquee mi ha fatto capire l’importanza dei capelli per una donna. Ho fatto degli studi, delle ricerche e, secondo me, le donne quando si immergono si sentono un po’ sirene e tutte le donne, anche in superficie, amano i propri capelli esattamente come una vera sirena. La sirena ha un solo vestito : i capelli,  per questo in quel libro ho creato questo binomio”.

 

 

 

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