Vivienne Westwood, il mio elogio agli anni ’80


Un tripudio di pizzi, fantasie floreali, lunghezze varie e asimmetriche ha costellato l’ultima sfilata della celebre ed eccentrica stilista Vivienne Westwood, alla Parigi Fashion Week. La stilista ha

riconfermato la solita verve polemica tramite la presenza di un gruppo di manifestanti che declamano “l’austerity un crimine” e una voce di sottofondo che denigra i social media odierni e la moda stessa.  Nonostante questo le forme di questa collezione Red Label si rivelano tra le più tradizionali e contenute. Non mancano, comunque, le eccentricità: cappotti sulla testa e mega maschere-gabbia volteggiano quasi galleggiano nel sotterraneo definito “sex club per alieni”, immerso in un’atmosfera decisamente anni ’80. Abiti da pomeriggio sagomati e floreali si alternano a maxi pull, stivaloni e giacche con abbondati spalline, l’insieme coronato da un hairstyle e make up, chiaro elogio agli anni’80.

L’eclettica Vivienne Westwood, perfettamente in linea con il suo deciso attivismo, ha tratto ispirazione per i suoi modelli dall’idea di salvare la splendida Venezia dalle disastrose conseguenze dei cambiamenti climatici. “Venezia è destinata a scomparire, a causa del riscaldamento globale. Siamo l’ultima generazione che può fare qualcosa per il futuro”.  Il risultato è come al solito sorprendente: una linea, forse meno ribelle, rispetto ai soliti canoni della stilista inglese, ma comunque sofisticata variegata ed efficace.

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