Teatro Stabile di Catania, inizia il blocco delle attività


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Stop a produzioni e spettacoli al Teatro Stabile di Catania. L’assemblea dei lavoratori ha stabilito ieri mattina lo “sciopero e il blocco delle attività fino a data da destinarsi, visto lo stato in cui versa l’ente, oramai stremati e non più in grado di sopravvivere”. Non riceverebbero da mesi lo stipendio.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ennesimo pignoramento parziale dei beni scattato in seguito a un decreto ingiuntivo, su richiesta di un’attrice che vanta crediti per prestazioni lavorative. Nella struttura di via Fava, dove sul palco si portava in scena Re Lear per la regia di Giuseppe Dipasquale, sono arrivati un paio di giorni fa infatti gli ufficiali giudiziari per il sopralluogo. E ieri sera, proprio a conclusione della prima delle due repliche dello spettacolo, un rappresentante dei lavoratori ha letto in sala il comunicato con il quale si avvertiva il pubblico che non ci saranno recite fino a che la situazione non si risolverà.

A riguardo le organizzazioni sindacali Cgil e Ugl scrivono: “Il Teatro Stabile di Catania è stato gestito come una qualsiasi azienda privata avvalendosi di uno statuto obsoleto e ad oggi non si conosce l’entità del debito e il motivo per cui é stato causato”. E aggiungono : “abbiamo la massima fiducia nel nuovo presidente e siamo disponibili a trovare soluzioni per uscire da questa crisi”. Il presidente dello Stabile, Salvatore la Rosa, che nei giorni scorsi aveva commentato la notizia del pignoramento affermando “Tutti i nodi sono venuti al pettine”, ha convocato per lunedì prossimo una riunione del Consiglio di amministrazione.

Al momento i lavoratori incroceranno le braccia. Per questo motivo non andranno in scena gli spettacoli in calendario: ossia l’ultima replica di Re Lear al Teatro Verga e l’ultima replica di Sabbie mobili, in scena al Teatro Musco di via Umberto.

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