Uno sguardo all’industria del gioco in Italia


Considerato che il gioco è stato regolarizzato dall’AAMS solo dal 2012, potrebbe essere sorprendente per alcuni che la prima casa di gambling sia stata creata proprio in Italia. Il suo nome è il Ridotto e nacque nel 1638 in un’ala separata del Palazzo di San Mosé a Venezia. Sebbene il Ridotto è stato poi chiuso per un secolo e mezzo, la maestosità dei suoi luoghi conserva ancora un certo fascino per gli appassionati del gioco. Ciò è evidenziato dal fatto che due delle quattro – o cinque, a seconda di come viene considerato l’itinerante Casino Municipale di Venezia – case da gioco italiane richiamano all’architettura barocca che riporta ai giorni di opulenza e lussuria delle prime case da gioco.

L’Italia ha una lunga storia in questo settore. In effetti la parola casinò ha origini proprio italiane e era usata per indicare le piccole case da gioco creati dopo la chiusura del Ridotto. Questi luoghi segnarono l’inizio dell’era dei casinò, che divenne molto popolare da quando i meno abbienti furono ammessi al loro interno.

La passione per la sale da gioco è ancora evidente oggigiorno,nonostante le ferree restrizioni imposte dalla legge al riguardo. Sebbene l’Italia abbia uno scarso numero di casinò, solo quattro in tutto il Paese, l’industria del gioco è una vera e propria miniera d’oro e contribuisce notevolmente nel bilancio degli introiti statali. Bwin.Party, una compagnia che nonostante la giovane età si è espansa molto rapidamente nell’ambiente, ha registrato l’impressionante crescita del 43,5% dall’inizio della sua attività, dopo aver acquistato i diritti del provider di giochi italiano Gioco Digitale.

La passione per il gioco è un dato di fatto nella cultura italiana. La regione Sicilia, negli ultimi mesi, si è mobilitata per proporre l’apertura di due casinò in due perle dell’isola, Taormina e Palermo. La proposta approvata dal Consiglio Regionale e finalizzata ad incrementare i flussi turistici nella regione sarà vagliata adesso nelle aule del Parlamento dal Governo Letta. Una scelta forte e precisa quella presa dagli amministratori regionali per risollevare la Sicilia dalla crisi economica che sta attanagliando il nostro Paese.

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